Un orsetto sporcaccione e ipocrita
Diciamo subito che rispetto a Seth MacFarlane perfino l’ultimo addomesticato Sacha Baron Cohen de Il Dittatore sembra un irriverente campione del politicamente scorretto.
Sorprende (ma non più di tanto) che il creatore de I Griffin, American Dad e The Cleveland Show abbia esordito al cinema con un film come Ted, frankestein mal riuscito tra comicità demenziale, commedia romantica, ipocrita critica al maschio medio americano incapace di assumersi le proprie responsabilità e indeciso nello scegliere tra la donna della vita e il miglior amico: crescere, sposarsi e mettere le testa posto, o continuare nel più rilassante e malsano “cazzeggio” tra birre e spinelli? Questo dilemma, pur banalizzato all’estremo, si presenta tuttavia irrisolvibile per il povero protagonista John (un Mark Wahlberg fuori ruolo), che potrà però contare – beato lui – sulla benevolenza delle stelle cadenti pronte a far avverare i suoi desideri: e vissero tutti felici e contenti. Se il finale è il colpo di grazia, tuttavia lo spettatore è già stato fiaccato nel corso del film da un umorismo greve, in gran parte a sfondo sessuale e scatologico, alla American Pie. In tutto questo l’orsacchiotto Ted, dipendente da parolacce, birra, ragazze disinibite e bong mattutini, dovrebbe essere l’anomalia narrativa che, nel mettere in evidenza vizi e desideri più o meno nascosti dell’eternamente immaturo uomo medio, ne dissacra lo status sociale e con esso costumi, ipocrisie e falsi miti della società americana. Solo che MacFarlane, lontanissimo dall’irresistibile cattiveria di Neil Swaab e del suo geniale e dissacrante Mr. Wiggles (lui sì, un orsetto socialmente pericoloso), mette un freno alle scorrettezze con una comicità innocua e fintamente liberatoria, sempre attentamente nei limiti della tolleranza di massa (e il successo del film al botteghino, quanto meno negli Usa, è lì a dimostrarlo). MacFarlane finisce così per rimanere intrappolato in quegli ingranaggi sociali che vorrebbe (forse) deridere, probabilmente distratto dall’ansia di girare le inquadrature per i product placement che “arricchiscono” (in tutti i sensi) il film. Per impiegare con maggior soddisfazione l’obolo richiesto a noi spettatori, consiglio di recuperare Young Adult di Jason Reitman, per riflettere e perché no divertirsi (un po’ a denti stretti) con un realistico e cinico ritratto made in Usa, sull’amoralità, superficialità e finto buonismo della società occidentale e dei suoi abitanti (e per questo ovviamente ignorato agli Oscar, mentre l’“irriverente” MacFarlane sarà sul palco per presentare i prossimi). Protagonisti questi trenta-quarantenni non cresciuti, eterni e perfetti eredi di quel potere che nutre i loro padri e che loro, in fondo, non vogliono.
Ted [id., USA 2012] REGIA Seth MacFarlane.
CAST Mark Wahlberg, Mila Kunis, Giovanni Ribisi.
SCENEGGIATURA Seth MacFarlane, Alec Sulkin e Wellesley Wild. FOTOGRAFIA Michael Barret. MUSICHE Walter Murphy.
Commedia, durata 106 minuti.