Cinema da leggere
Pordenonelegge, festa del libro e incontri con autori, conclusasi ieri 23 settembre, si è rivelata anche una ghiotta opportunità per i cinefili: l’incontro tra Valeria Golino e Mauro Covacich è stato l’occasione per analizzare nuovamente il rapporto tra scrittura letteraria e scrittura cinematografica.
L’attrice italiana ha scelto per il suo esordio dietro la macchina da presa di ispirarsi al romanzo di Covacich Vi perdono, pubblicato con lo pseudonimo di Angela del Fabbro (traduzione del suo cognome sloveno). Punzecchiati dalle domande “scomode” di Enzo Golino, critico letterario e zio di Valeria, i due hanno regalato alla platea il proprio personale percorso nei rispettivi campi di lavoro, che li ha portati a elaborare e “visualizzare” una storia densa e coraggiosa. Senza temere spoiler, entrambi hanno ammesso la difficoltà di raccontare la vita di una trafficante di farmaci per il suicidio volontario, argomento che “non ci si aspetterebbe da una regista al suo esordio”, ma che è genuinamente universale. Parlando per la prima volta in pubblico del film che uscirà presumibilmente a febbraio con lo stesso titolo del libro (interpretato da Jasmine Trinca e Carlo Cecchi), la Golino ammette la gioia riscontrata nella lettura di “un romanzo che non è fatto con la fastidiosa presunzione di essere un ipotetico film, ma che è allo stesso momento un film già scritto”, che “nessuno voleva produrre, ma che era doveroso regalare al grande pubblico”. Covacich, dal canto suo, è tuttora scettico del risultato finale della pellicola, non per poca fiducia nella Golino regista, ma per il timore di dover fare i conti con i propri fantasmi impressi su carta e ora mostrati sul grande schermo. E’ un rapporto da sempre difficile quello che lega uno scrittore con la trasposizione di un suo libro al cinema, e Covacich teme l’effetto La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo o La forza del passato di Piergiorgio Gay, film a suo dire “sbagliati perché troppo aderenti ai libri a cui si ispirano, lavori che hanno ammazzato le parole di Giordano e Veronesi”. Covacich però riconosce, dai pochi minuti di montato visti nei giorni scorsi, che il film della Golino è riuscito a rappresentare l’atmosfera del libro, utilizzando anche i luoghi descritti nelle pagine grazie a un lavoro certosino del location manager e ai suggerimenti velatamente espressi da Covacich stesso nel suo romanzo. Rimane, quindi, la curiosità per una pellicola che affronta un “tema attuale” rispolverato in qualche modo da Bella addormentata di Bellocchio, e per la prova registica della Golino “attrice fine e internazionale, con una voce e un portamento che più sexy non si può”, che nelle premesse ha tutte le carte in regola per essere uno dei film sui cui puntare la prossima stagione cinematografica.