Un uomo come tanti
Spesso si dice che per guardare al futuro bisogna ripensare al passato: Gli equilibristi, presentato nella sezione Orizzonti della 69a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, rappresenta un nuovo tassello per la “rinascita” del nostro cinema.
La pellicola di Ivano De Matteo, documentarista e attore qui alla prova con un film di finzione, ricorda il nostro glorioso passato, perché in qualche modo ripercorre i passi di un Neorealismo che sempre più si riaffaccia nel cinema italiano, basti pensare all’ultimo Verdone o a Io sono Li di Segre. Gli equilibristi è un film faticoso, onesto e poco “italiano”, perché ha il coraggio di raccontare la nuova realtà in una chiave che farebbe gridare nuovamente ad Andreotti che “i panni sporchi si lavano a casa”. La vicenda racconta il tracollo, fisico e morale, di Giulio, che dopo essersi separato dalla moglie per un tradimento, si ritrova a dover fare i conti con la povertà e la vergogna nell’ammettere la sua “sconfitta” ai figli e alla donna tradita. Valerio Mastandrea (Premio Pasinetti e David di Donatello per lui) è il volto di quest’uomo tragico e inetto, con una performance che mette i brividi e lo incorona come uno degli attori più dotati e versatili della sua generazione, in un dramma dalla prima parte carente e stereotipata – che nella messa in scena ricorda il peggior Muccino piccolo borghese – per poi cambiare registro e raccontare la discesa agli inferi di un uomo che, come tanti altri oggi, si ritrova a dover combattere con la difficoltà di “arrivare a fine mese”. Non c’è nulla di lamentoso e gridato, solo il lento declino di una realtà ormai quotidiana, sotto gli occhi di tutti ma spesso volutamente nascosta. De Matteo non scende a compromessi con lo spettatore e non cerca la lacrima facile, la sua regia è asciutta e composta e il suo sguardo rabbioso e contestatario tocca il cuore, con uno stile che potrebbe ricordare il cinema dei Dardenne e che è risultato della sua esperienza da documentarista. Si esce dalla proiezione con l’immagine di Mastandrea solo e disperato su una panchina, che con un lieve sorriso trova (forse) il coraggio di gridare il suo male: che la chiave della rinascita del cinema italiano sia scendere di nuovo per le strade e raccontare i grandi drammi della nostra società, pedinando i suoi personaggi per denunciare quello che non va, un nuovo cinema-verità, triste sì ma imprescindibile?
Gli equilibristi [Id., Italia/Francia 2012] REGIA Ivano De Matteo.
CAST Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova, Maurizio Casagrande, Rolando Ravello.
SCENEGGIATURA Ivano De Matteo, Valentina Ferlan. FOTOGRAFIA Vittorio Omodei Zorini. MUSICHE Francesco Cerasi.
Drammatico, durata 100 minuti.