“Io sono Merida e gareggerò per avere la mia mano”
C’erano una volta le principesse. C’era Cenerentola che attendeva mestamente e “laboriosamente” il, anzi un, principe azzurro – perché a quei tempi ce n’erano a bizzeffe, c’era Biancaneve che, addormentata, attendeva – dopo aver fatto da serva non ad uno ma a ben sette uomini, anche se piccoli – un principe che con un bacio la potesse risvegliare.
Un giorno poi arrivò Mulan che voleva combattere, ma lo poteva fare solo fingendosi uomo, fino ad arrivare a Rapunzel, proto-ribelle (ma è facile essere “contro” con una lucente chioma bionda) in nome della sua indipendenza. Ora è il momento di Ribelle – The Brave, firmato Disney-Pixar e diretto da Mark Andrews e Brenda Chapman. Se le altre principesse erano candide, delicate e bisognose, Merida, la protagonista del film, ha una massa di capelli rossi, ricci, di un riccio ribelle, indomabile e coraggioso tanto quanto lei, amante dell’arco, insofferente alle regole e alle costrizioni. “Non si fa Merida, non sta bene”, la ragazza deve imparare ad essere donna di corte, domare i suoi capelli, sedere composta a tavola, e prepararsi a prender marito; ma lei non ci sta e alla gara in cui i tre pretendenti si contendono la sua mano partecipa in prima persona, come a dire “non ho bisogno di nessuno, mi basto da sola ”. Fugge da tutto ciò che le altre bramano, dai principi azzurri, dalla vita di corte, dagli abiti pomposi, come quelli di Cenerella o di Belle. Non vuole scarpette di cristallo, vuole solo cambiare sua madre; non due gambe al posto di una pinna, ma solo libertà e un bersaglio su cui scoccare una delle sue tante frecce. Quando la regina viene trasformata – da un incantesimo, voluto dalla figlia – in orso, Merida capisce che ha sbagliato tutto, e così inizia un percorso di formazione con lo stesso coraggio e impeto di sempre, prodigandosi per il regno e la madre che hanno bisogno di lei. Se le donne in Ribelle sono forti e intraprendenti, pronte a rischiare mettendosi in discussione, gli uomini, diversamente dal Principe classico, sono sciocchi, per niente “azzurri” e neanche troppo avvenenti; sono macchiette, bisognosi di una figura femminile per andare avanti. Se Merida sulla carta è un personaggio anticonformista, dal punto di vista della narrazione Ribelle è una favola piuttosto tipica e classica, più Disney che Pixar; non basta una massa di capelli rossi e ricci per essere diversa, per ribellarsi alla tradizione (disneyana). Ribelle è un film piacevole, che ci fa tornare un po’ bambini, materia grezza da plasmare, ma mancano quel sentimento che toglie il fiato, quell’empatia capace di trasportarci tra le montagne scozzesi, e quei sogni grandi che ogni bambino coltiva. Siamo lontani da Alla ricerca di Nemo, Up e WALL-E, dalla loro poesia e “umanità”, l’ultimo film Disney-Pixar non concede alcun volo pindarico.