Tra sogno e poesia
Anche l’ultimo film della Pixar, The Brave, è, come da radicata tradizione della casa di produzione simboleggiata dalla “lampada”, anticipato da un cortometraggio animato: La Luna, diretto dall’italiano Enrico Casarosa, autore anche di soggetto e sceneggiatura. La Luna ha raggiunto la nomination all’Oscar per il miglior corto d’animazione, poi vinto da Tha Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore degli statunitensi William Joyce e Brandon Oldenburg, ed è stato presentato in anteprima al Festival Internazionale del Cinema d’Animazione di Annecy nel giugno 2011.
Il protagonista è un bambino che una notte accompagna il padre e il nonno al lavoro, che si svolge in mezzo al mare in una notte di luna piena: il piccolo è diviso tra la visione e i consigli del nonno e quelli del genitore ma, affascinato dalla magia e dalla bellezza di quello che vede, decide di fare a modo suo. La Luna è una lievissima metafora dell’infanzia divisa tra la necessità di seguire la strada tracciata da altri e quella di muovere i primi passi da solo e di iniziare ad avere una propria idea della vita, ispirata dalle vicende personali del regista e dai suoi ricordi del rapporto burrascoso tra papà e nonno che ha caratterizzato la sua gioventù. Il tutto sublimato in una splendida cornice dichiaratamente onirica e fantastica, che utilizza tutto il potenziale fascino della Luna, a livello visivo come a livello allegorico, grazie allo status di archetipo raggiunto dal satellite nella letteratura e nelle arti visive. Così, i riferimenti sono tanti: da un vago retrogusto felliniano favorito dalla colonna sonora, all’icona di Pierrot Lunare, fino a Il Piccolo Principe di Saint-Exupery e all’Italo Calvino delle Cosmicomiche (in particolare il racconto La distanza dalla Luna). A sostenere l’impianto allegorico del corto, c’è un livello visivo di altissima qualità, ma soprattutto di grande fascino e di grande impatto emozionale, favorito dalla scelta di dipingere lo storyboard con gli acquarelli che hanno “suggerito” meglio alla computer grafica le varie tonalità dei colori e la luminosità dello sfondo notturno: l’opera di Casarosa infatti vuole innanzitutto essere una piccola poesia in disegni animati, o volendo un piccolo sogno che scorre sul grande schermo, dove ogni minima sfumatura e ogni gioco di luce – dalla Luna riflessa nelle incrinature del mare al luccichio che circonda le stelle – è lì per affascinare e per rendere partecipi gli spettatori della magia provata dal bimbo protagonista. Rispetto agli altri cortometraggi Pixar, La Luna non si inserisce né, ovviamente, nel filone di quelli che riprendono o anticipano i personaggi dei lungometraggi, né a quelli delle comiche fulminanti (Presto, Stu – Anche un alieno può sbagliare): può essere semmai inserito nella categoria, di cui possono fare parte per esempio Il gioco di Geri (1997) e Parzialmente nuvoloso (2009), di quelli che rappresentano uno stato d’animo o si pongono come allegoria di un dato momento della vita, attraverso o la breve parabola o il lavoro sulla fascinazione dell’impianto visivo. Tra questi ultimi, Enrico Casarosa ha regalato un piccolo grande gioiello che si inserisce tra le migliori opere brevi prodotte dalla beneamata lampadina saltellante.
La luna [id., USA 2011] REGIA Enrico Casarosa.
VOCI Tony Fucile, Krista Sheffler, Phil Sheridan.
SCENEGGIATURA Enrico Casarosa. MUSICHE Michael Giacchino.
Cortometraggio, durata 7 minuti.