Speciale 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
VENEZIA CLASSICI
Alle origini del Mito
È il 1953 quando il capo della Fox, Darryl F. Zanuck, decide di acquistare i diritti di uno spettacolo teatrale tratto da un romanzo della sceneggiatrice Anita Loos. Per la parte di una delle due protagoniste, la prima scelta è Betty “le gambe” Grable, attrice di grande fama negli anni Quaranta ma sul viale del tramonto nel decennio successivo.
La Fox, non del tutto convinta, preferisce dare un’opportunità alla nuova bionda dello Studio, affiancandola a una star di sicuro richiamo: nasce così il duo Marilyn Monroe/Jane Russell, che sul grande schermo si traduce nel delizioso sodalizio di empatia femminile a danno e tormento di tutti Gli uomini (che) preferiscono le bionde. Inguainate in vestiti rosso fuoco, dalle movenze coordinate e maliziosamente sensuali, Russell e Monroe fanno il loro ingresso in scena in anticipo sui titoli di testa ed è subito chiaro che saranno loro a condurre il gioco. Ballerine professioniste e donne scaltrissime, Marilyn/Lorelei e Jane/Dorothy diventano il simbolo di un opportunismo cinico diluito in abbondanti dosi di accattivante ironia e seducente sfrontatezza. L’obiettivo è chiaro: accalappiare uomini ricchi o, in mancanza di altro, belli e fascinosi. Come in ogni duo che si rispetti, Lorelei e Dorothy si “dividono il campo” senza mai pestarsi i piedi bensì sostenendosi a vicenda in un legame di solidarietà che non manca, però, di alimentarsi di frecciatine reciproche sulle rispettive scelte. I dialoghi – costruiti su una struttura di corrispondenze perfette e dal ritmo sostenuto che non ammette fasi di rallentamento – sono una vera delizia, e creano i giusti tempi comici sui quali i caratteri dei personaggi si innestano per disvelarsi pienamente. Sarà (anche) perché dietro la macchina da presa c’è Howard Hawks? Maestro nel conferire autorialità alle forme e al contenuto del cinema di genere, Hawks punta sulla leggerezza del tocco che scalda la materia in un’aura di levità fluida e spumeggiante, nella quale pregi e difetti umani appaiono stemperati da un’adeguata dose di saggio humour. E se la Lorelei di Miss Monroe viene definita una “oca mercenaria dal magnetismo animale”, è il cinema che fa il verso a se stesso, si prende in giro alimentando un gioco delle parti a uso e consumo della Diva che verrà. Tra i molti “Grazie, stragrazie!” della sua amabile arrampicatrice sociale, Marilyn è pronta a dar vita alla versione mitica di se stessa. Inarrivabile per sensualità che trasuda da movenze, ancheggiamenti, battiti di ciglia e languore di sguardi, si concede anima e corpo ad un ruolo che regala all’immaginario collettivo sequenze tra le più suggestive e imitate. Un’opera godibilissima, dalla regia sicura e impeccabile, e con una Monroe sfavillante e in stato di grazia, nuovo simbolo erotico di una nazione persa nell’ipnosi dell’innamoramento.
Gli uomini preferiscono le bionde [Gentlemen Prefer Blondes, USA 1953] REGIA Howard Hawks.
CAST Marilyn Monroe, Jane Russell, Charles Coburn, Elliott Reid, Tommy Noonan.
SCENEGGIATURA Anita Loos, Joseph Fields (tratta dall’omonimo romanzo di Anita Loos). FOTOGRAFIA Harry J. Wild. MUSICHE Jule Styne, Hoagy Carmichael, Eliot Daniel, Lionel Newman.
Commedia/Musicale, durata 91 minuti.