Il seme del caos
Nietzsche insegna che “ci vuole il caos dentro di sé per partorire una stella danzante”, come a dire che solo da una situazione di oblio e di profonda disperazione l’uomo può dare vita alla sua rinascita. De Andrè direbbe che “dai diamanti non nasce niente, da letame nascono i fior” avvicinandosi a quella medesima idea ma in senso più poetico e popolare.
Può questo caos essere lo stesso che muove le azioni di Bane, ultimo anti-eroe dell’epopea di Batman, risorto dalle profondità della terra come Cavaliere Oscuro? Il caos ha un ruolo fondamentale nel cinema di Christopher Nolan, basti pensare alla figura caotica e a-logica del Joker presente nel precedente capitolo o al Leonard Shelby di Memento che fa del suo corpo un libro su cui imprimere la cronologia esatta della sua vita in contrasto col caos della sua memoria, o ancora il caos infinito generato da Tesla che scuote l’universo di The Prestige. In The Dark Knight Rises la spinta centrifuga caotica ha come primo motore Bane. Con consapevolezza, egli inserisce nella vita di una grande città l’elemento che meno le si addice in un’epoca che ha fatto del controllo e dell’automazione i suoi due pilastri evolutivi, riconsegnando il timone della società alla società stessa. Si tratta di una forma particolare di anarchia e non di un surrogato fascista o di un simbolo pro-Obama come hanno suggerito due critici americani illuminati: esiste sì un’entità al vertice della piramide caotica ma essa non è altro che la punta dell’iceberg di un dissenso diffuso. I tempi, il nostro tempo, quello post 11 settembre e soprattutto quello post crisi economica del 2008, obbligano il cinema a riscoprire metafore di ribellione sociale come già accaduto quest’anno con Cosmopolis di David Cronenberg, trasposizione filmica di un libro del 2003 di Don DeLillo che ora quanto mai pare attuale e calzante. Mentre Bane scatena il panico nella borsa di Gotham/Wall Street uno dei broker cerca stupidamente di salvarsi dicendo che in quel luogo non ci sono soldi veri ricevendo come risposta “e allora perché state tutto il giorno qui dentro? Di chi sono i soldi della borsa?” Disarmante nella sua semplicità, questa affermazione intercetta un sentire comune della civiltà occidentale degli anni Duemila nella quale solo lo 0,0001% della popolazione sa cosa sia veramente lo spread o cosa siano i bot e i derivati. Di fronte all’impossibilità di capire il perché del declino di un mondo, le persone vorrebbero insorgere ma non possono, ingabbiate dentro un sistema ordinato da convenzioni. Bane dà loro il caos, come già aveva fatto Joker, e l’Occidente democratico si trasforma nella più grande comune anarchica della Storia. È sempre l’uomo a ristabilire l’ordine grazie alla sua forza, alla sua intelligenza e alla sua ricchezza ma nel cinema roosveltiano degli anni Duemila la crisi ha il volto mascherato e truccato del caos.
Il cavaliere oscuro – Il ritorno [Dark Knight Rises, USA/UK 2012] REGIA Christopher Nolan.
CAST Christian Bale, Michael Caine, Gary Oldman, Anne Hathaway, Tom Hardy, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Morgan Freeman.
SCENEGGIATURA Jonathan Nolan, Christopher Nolan. FOTOGRAFIA Wally Pfister. MUSICHE Hans Zimmer.
Cinecomic/azione/drammatico, durata 164 minuti.