Un nuovo divertimento
Christopher Nolan è il regista che più di ogni altro è riuscito a riportare Hollywood ai fasti degli anni passati, attraverso i suoi film e le sue storie mai banali, entrando di diritto nell’Olimpo dei nuovi autori del cinema contemporaneo.
C’è stato chi, alla notizia che il regista inglese avrebbe realizzato un nuovo film su Batman, nel lontano 2005, dichiarò la fine della sua poetica e il relativo asservimento alla logica mainstream, ma i film poi furono tre e anche i più scettici hanno dovuto ricredersi: Nolan ha saputo reinventare ma soprattutto resuscitare la figura dell’uomo-pipistrello e oggi con l’ultimo capitolo è naturale analizzare il notevole lavoro fatto attraverso questa trilogia. Il cavaliere oscuro – Il ritorno evidenzia la grande dote di narratore di Nolan che, anche attraverso una sceneggiatura elaborata ma mai di difficile comprensione, esalta i suoi attori e riesce a tenere incollato alla poltrona il suo pubblico per quasi tre ore con un blockbuster originale, senza abbandonare il proprio stile autoriale. Allacciandosi all’attualità ed esaltando in primis le debolezze e le qualità dell’uomo Batman, Nolan si rifà ai fumetti di Frank Miller, in cui viene approfondito anche il lato oscuro del supereroe che si distacca nettamente dalle ridicole pellicole firmate invece da Schumacher, nella quali il comico involontario predominava sulla tragicità caratteristica del personaggio. Si può dire quasi che Nolan abbia creato un nuovo genere, un “supereroico d’autore” che si slega dal classico blockbuster hollywoodiano e che cerca di esprimere un punto di vista nuovo e meno gigionesco. Fin dal primo titolo Batman Begins, in cui si analizzavano le origini del cavaliere oscuro, come fece già Burton nel suo Batman, Nolan ha saputo realizzare un’unione tra il melò e l’action, il fumetto e la filosofia, proponendo anche il puro divertimento attraverso sceneggiature opportunamente piene di azione. Tra il secondo e il terzo capitolo non c’è quasi soluzione di continuità, se non per alcuni rimandi alla trama e ai personaggi, ma è sempre più forte la sensazione di aderenza all’attualità e il piglio drammatico dell’eroe mascherato, azzerando quasi l’esagerazione fumettistica relegata ai combattimenti e ad alcune battute “grottesche” proprie del genere action. A Nolan non interessa seguire la logica del seguito, quanto piuttosto quella della replica e dell’approfondimento, e ripensando a ritroso all’evoluzione del personaggio si apprezza la licenza poetica e la creatività autorale che culmina nel finale aperto dell’ultimo atto. Anche i cattivi di turno hanno una propria anima e un proprio preciso percorso all’interno dei film, non sono mai bozzettistici, e anche la Catwoman del terzo capitolo, una Hathaway che riesce quasi a reinventare la gatta sexy di Michelle Pfeiffer, è descritta con un taglio mitico e luttuoso, come il Joker del compianto Ledger, cosa che aprirebbe uno spunto per uno spin-off autonomo. Gotham City, soprattutto nel capitolo finale, è sempre più elevata a copia del nostro mondo corrotto e attaccato nella sue fondamenta, un modo per Nolan di raccontare i nostri tempi attraverso il pretesto di un nuovo nemico da sconfiggere, anche se ancora c’è chi si ostina – Nolan stesso – a dire che Batman è solo un film che parla di supereroi. Cronenberg afferma che i Batman di Nolan sono noiosi, forse si sbaglia: sono cinema puro che, slegandosi dallo stereotipo, hanno donato alla Settima Arte un nuovo modo di intendere il supereroe, che sarà sì poco divertente ma di sicura emulazione, vedi le pellicole dei singoli eroi Marvel che hanno portato alla “reunion” di The Avengers.
Il cavaliere oscuro – Il ritorno [Dark Knight Rises, USA/UK 2012] REGIA Christopher Nolan.
CAST Christian Bale, Michael Caine, Gary Oldman, Anne Hathaway, Tom Hardy, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Morgan Freeman.
SCENEGGIATURA Jonathan Nolan, Christopher Nolan. FOTOGRAFIA Wally Pfister. MUSICHE Hans Zimmer.
Cinecomic/azione/drammatico, durata 164 minuti.