Una festa senza donne
Compaiono sulla schermo contemporaneamente, nel bel mezzo dell’azione, molti dei protagonisti del film, diretto dallo specialista Simon West e sceneggiato da Sylvester Stallone insieme a Richard Wenk. Se dunque Stallone, Lundgren, Jet Li, Statham, Crews, Couture e Hemsworth costituiscono sin dai primi minuti un gruppo compatto, all’interno del quale le caratteristiche di ognuno passano spesso in secondo piano, a Norris, Van Damme, Willis e Schwarzenegger, invece, sono riservati dei piccoli momenti tutti per loro.
A dire il vero, nonostante le entrate in scena ad effetto, Norris, Schwarzenegger e Willis hanno delle parti risicate, mentre Van Damme ha maggiore spazio, nell’insolito ruolo di cattivo. Il difficile equilibrio tra la necessità di offrire a ognuno qualche momento di protagonismo e il bisogno di Stallone di non farsi rubare la scena, pur nella coralità del film, si manifesta anche nei dialoghi. Infatti, quando Willis/Church si rivolge a Stallone/Barney, dicendogli “Ho saputo che c’è una festa”, la risposta che ottiene è “Sì, ma è la mia festa”. E I Mercenari 2 vuol essere proprio una festa, di quelle rumorose e pacchiane. L’impressione complessiva è che, sin dalla sequenza iniziale, il film ammicchi allo spettatore invitandolo a partecipare, a patto di rinunciare a nutrire grandi pretese nei confronti della sceneggiatura e a patto di abbandonarsi, invece, al piacere infantile di ritrovare sullo schermo anche solo per qualche istante volti e muscoli di un cinema tutto azione, ormai lontano nel tempo. Questo effetto di riconoscimento, che genera applausi e risate in sala anche tra gli spettatori più giovani, unito alla componente autoironica del film e ai riferimenti metacinematografici di cui abbondano i dialoghi, lo rende apprezzabile come una rimpatriata tra vecchi amici, se si sopporta l’immaginario testosteronico e machista, molto datato, a cui i personaggi de I Mercenari 2 fanno riferimento. “Chi manca, Rambo?”, chiede Schwarzenegger/Trench nella seconda parte del film. In realtà, mancano le donne. Non ci si lamenta qui dell’assenza di erotismo, si vuole solo sottolineare l’inutilità del personaggio di Maggie, interpretato da Nan Yu, quota rosa che nulla fa per rimanere impressa nella memoria. Tanto valeva sostituirla con un altro energumeno…