Sacrificare i Sacrificabili
Per quanto il termine “mercenario” possa risultare comunque efficace per identificare un gruppo eterogeneo di soldati motivati prevalentemente da interessi economici, la traduzione letterale del titolo originale The Expendables sarebbe “i sacrificabili”.
A rigor di logica, dei vari Sylvester Stallone, Jason Statham, Dolph Lundgen e Arnold Schwarzenegger se ne può socialmente fare a meno, sono carne da macello destinata a missioni perlopiù suicide e di cui nessuno sentirà la mancanza. In questa definizione è tuttavia racchiusa la prima e più stridente contraddizione del progetto amarcord imbastito da Sly: i sacrificabili in realtà non lo sono affatto. Ce lo ha ampiamente insegnato il primo capitolo, con la sfacciata resurrezione del bizzarro Gunnar/Lundgren. E lo ribadisce fieramente questa seconda parte del progetto, che ad un Jean-Claude Van Damme che vuole distruggere il mondo con il plutonio contrappone una schiera ancora più folta di icone dell’action movie che fu (su cui spicca il clamoroso innesto del “lupo solitario” Chuck Norris, parodia più o meno consapevole di se stesso). Orgogliosi e umili, i mercenari sono la scheggia impazzita che inceppa gli ingranaggi del sistema, gli emarginati che salveranno la Terra – perché la salveranno, la disarmante prevedibilità della sceneggiatura non lascia dubbi – e che nessuno poi ringrazierà. L’idea di riesumare i vuoti rituali filmici e le reazionarie ideologie muscolari anni ’80 segna tuttavia uno scarto piuttosto brusco nei confronti della grazia epico-malinconica di Rocky Balboa (2006) e John Rambo (2008). Laddove Rocky è un buono ai limiti dell’ingenuità, rappresentante di un artigianato nemico della modernità più sfrenata (come quando si allena nella baita innevata mentre Ivan Drago si spara pere energetiche), Rambo è un guerriero sconfitto che spunta dal nulla della guerra, una macchina per uccidere avvezza ai massacri fuori di sé (Vietnam, Afghanistan, Birmania) e dentro di sé (il disagio del reduce). E i mercenari, quale nobile intento perseguono? Nessuno. Anzi: sostituiscono alla nostalgia il più alimentare diritto al massacro, preferendo alla poesia l’ostentazione e alla verosimile eventualità della fine una evidente immortalità. Stallone con I Mercenari (capitolo uno e due) si rimangia l’onestà sentimentale che tutti – poveri illusi! – avevamo creduto di vedere nelle sue ultime regie, rigurgitando un ammiccante gioco all’autocitazionismo spinto, alternato ad artificiose scene di battaglia. Rilette ora a distanza di due anni, le parole del critico del New York Post Lou Lumenick non appaiono più così esagerate: “I Mercenari è un assurdo ed incoerente pasticcio di testosterone. L’equivalente maschile di Sex & the City 2”. Una profezia che si è limpidamente avverata.
I Mercenari 2 [The Expendables 2, USA 2012] REGIA Simon West.
CAST Sylvester Stallone, Jason Statham, Jean-Claude Van Damme, Arnold Schwarzenegger.
SCENEGGIATURA Sylvester Stallone, Richard Wenk, Ken Kaufman, David Agosto. FOTOGRAFIA Shelly Johnson. MUSICHE Brian Tyler.
Azione/Avventura, durata 103 minuti.