Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Cinematografica, Gorizia, 19-28 luglio 2012
“Gli umanismi sono degli organismi che…”
Giovanni ed Eugenio immersi nella natura, gli operai dell’Innse di Milano che protestano per otto giorni, la voce di Gianni Grandis che racconta la sua carriera professionale in una trasmissione radiofonica su Radio Popolare. Questo è Cielo senza terra, film sospeso.
Sospesi sono padre e figlio, ritirati dalla vita frenetica della città, per trascorrere momenti di intimità e dialogo; sospesi nella loro ribellione sono gli operai che passano otto giorni sulla gru e sospese sono la voce di Grandis e l’inaspettata colonna sonora che accompagna il cammino dei due protagonisti.
La pellicola, proiettata al 31° Premio Amidei nella rassegna “Spazio Off – La scrittura (ir)reale”, è costituita da pochi elementi, semplici ma incisivi: un padre e un figlio, con una lunga strada davanti a loro che li porta a un avvicinamento e ad una conoscenza reciproca. Un percorso fatto di insegnamenti dati e ricevuti, riprendendosi l’un l’altro (“ma papi litighi con tutti”), in cui i due tratteranno i più svariati argomenti tra cui amore, libertà, religione, intervallati dai racconti d’infanzia di Giovanni.
Una reale storia d’incontro dove, nei momenti di gioco il genitore ritorna bambino mettendosi alla pari del figlio, mentre nei momenti di conversazione Eugenio dimostra, nonostante i suoi otto anni, di poter tenere testa al padre, ponendo ingenuamente delle domande problematiche alle quali il genitore risponde sempre in maniera sincera, senza celare o distorcere la realtà. Le immagini di protesta operaia che intervallano il viaggio tra le montagne di Giovanni e di Eugenio riportano alla realtà urbana lo spettatore e lo spingono ad interrogarsi sulla relazione che intercorre tra questi due scenari. A conferire un ulteriore senso di realtà è il sapiente utilizzo della videocamera da parte di Sara Pozzoli che documenta, a volte anticipando, il percorso dei due. Il regista indipendente Giovanni Davide Maderna ci offre un video-diario che vuole imprimere sulla pellicola – in maniera forse troppo distesa – il rapporto semplice e autentico sì tra genitore e figlio, ma anche tra loro e il mondo.
Giulia Stefanuto, Patrizia Nardini