Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Cinematografica, Gorizia, 19-28 luglio 2012
Antonioni e la musica
Nel corso della sua quarta giornata, il 31° Premio Amidei dedica uno speciale omaggio a Michelangelo Antonioni, nel centenario della sua nascita e nel cinquantenario del film L’eclissi.
In coda alla proiezione di ieri pomeriggio, Roberto Calabretto, Lorenzo Coccu e Carlo Di Carlo hanno colto l’occasione per dialogare col pubblico attorno al libro di fresca stampa Antonioni e la musica (Marsilio Editore) dello stesso Calabretto, ed esplorare così il linguaggio cinematografico e la ricchissima personalità di un maestro del cinema italiano, focalizzandosi in particolare sul ruolo della musica nei suoi film.
Di Carlo, collaboratore e grande amico di Antonioni, è invece impegnato in quell’impresa titanica che è il Progetto Antonioni: ricostruire e raccogliere in un libro tutte le dichiarazioni e le interviste del cineasta in modo da creare una biografia “fatta di sue parole”. Riguardo alla pubblicazione di Calabretto ha poi commentato: “mai nessun musicologo ha saputo rintracciare, con rigore scientifico, tutti i segnali e i significati di cosa la musica abbia rappresentato per Antonioni. Non sopportava di vederla ridotta a commento, a riempitivo”.
Lorenzo Coccu si è avvicinato al maestro prima come spettatore, poi come studente ed infine da studioso, e proprio grazie a Di Carlo ha avuto modo di conoscere Antonioni da vicino, capirne la sensibilità, il pensiero, la profondità di rapporto che aveva col suono: “la vera musica per il cinema sono i rumori. Siamo di fronte ad una nuova percezione delle immagini” gli aveva confidato il regista ferrarese. Calabretto ha poi raccontato la lunga genesi del suo libro, che l’ha visto impegnato per diversi anni: “spesso Antonioni lavorava per sottrazione rispetto alle consuetudini del tradizionale commento sonoro, sottraeva la musica agli stereotipi compositivi dell’epoca delineando un paesaggio sonoro estremamente complesso e distante da quello allora utilizzato dagli altri registi coevi. Qual è allora la vera musica per film? È una partitura di rumori da far dirigere al regista. Lo sforzo che ho compiuto è stato quello di entrare dentro il suo mondo sonoro fatto da rumori appunto, riverberi, sonorità elettroniche, sintetizzatori per vedere come ogni suo film fosse un universo a se a cui hanno collaborato compositori del calibro di Fusco, Gaslini, Gelmetti, Hancock nonché i Pink Floyd. Certo è ben nota la sua fama di mortificarli tagliando e ridimensionando visibilmente le loro partiture come in Zabriskie Point o Blow-up, per fare un esempio”.
Infine, prima di congedarsi dalla platea, Di Carlo, Coccu e Calabretto hanno ricordato con affetto l’artista e l’amico: “È stato un grande sperimentatore, consapevole e profetico nello stesso tempo, con un approccio alla musica e al suono unico, un cineasta che è stato ed è modello per intere generazioni in ogni angolo del mondo, in particolare in Asia”. Dovendo riassumere in poche battute il profilo del grande artista Michelangelo Antonioni, potremmo concludere dicendo che è stato uno dei registi che ci hanno fatto meglio udire il rumore della vita.