Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura Cinematografica, Gorizia, 19-28 luglio 2012
Il racconto disegnato di Furio
Furio Scarpelli non è stato solo uno tra i più grandi sceneggiatori della commedia all’italiana (prima i Totò di Mattoli, poi Germi, Dino Risi, Scola, Monicelli, fino a Ovosodo di Virzì e Il Postino di Troisi, tra gli altri), ma Scarpelli è stato anche vignettista e ha iniziato la sua carriera come disegnatore, come racconta il nipote Filiberto Scarpelli alla XXXI edizione del Premio Sergio Amidei, introducendo Tormenti – Film disegnato: “Mio zio aveva un mito: Amidei, di cui ha colto l’eredità”.
Si sa che un’animazione per essere ritenuta di buona fattura dovrebbe risultare divertente e comprensibile anche senza la presenza di colonna sonora, musicale e non, mentre è raro imbattersi in un film che può vivere anche senza l’ausilio delle immagini. Tormenti è la risposta che il grande sceneggiatore dà al cinema degli ultimi tempi, un cinema che cerca a tutti i costi l’effetto e sacrifica il resto: “Spesso ci si dimentica la storia e noi in questo film diamo spazio alla parola, che marcia di pari passo coi disegni”, continua, precisando che parola e immagine si avvicinano l’una all’altra, si completano, si incastrano “come un puzzle”. Caso unico nella produzione di Scarpelli, seppur sia forte il sentore nostalgico e alcuni personaggi paiano calzare perfettamente a un Gassman o a un Tognazzi, costruito attorno a una storia amaramente grottesca – un ménage a trois ambientato nella Roma fascista e nella Catalogna della Guerra Civile – dai tratti tipici della commedia agrodolce che ha fatto la fortuna del nostro cinema del passato. I disegni originali (spesso non colorati e rigorosamente ripuliti per un lavoro complessivo di sette, otto anni) sono anche il nucleo da cui è partita l’idea per lo sviluppo del film. “Non voleva che fosse un cartone animato, non doveva esserci nessuna animazione. Gli è piaciuta l’idea di un ‘film disegnato’ con i disegni che si muovono con un certo ritmo, ma era pignolo e tutto quello che si vede è lì perché quelle idee gli erano piaciute, anche se non è arrivato a vedere il risultato finale”. Ed è proprio la mancanza di animazione che dà spazio alla parola, all’interpretazione degli attori – Alba Rorhrwacher, Valerio Mastandrea, Luca Zingaretti, Omero Antonutti e un grandissimo Elio Pandolfi in otto ruoli diversi – che recitano sullo scorrere dei disegni ideati da Furio e registrano le loro voci dando luogo a una sorta di “dramma radiofonico”, o forse sarebbe meglio parlare di “evoluzione del concetto di scrittura” nella sua variegata complessità: dal disegno, ad alcune didascalie che entrano nei disegni, alla graphic novel di Rizzoli che si è sviluppata a partire dal film, senza trascrivere pedissequamente la sceneggiatura. “Volevamo fare un monumento a Furio Scarpelli”, conclude Silvia D’Amico, produttrice del film e presente anch’essa in sala, “e ci siamo riusciti”.
Andrea Moschioni Fioretti e Lucia Occhipinti