Alla fine sempre Biancaneve è!
E così è arrivata anche la volta di una nuova Biancaneve: l’eroina classica dei fratelli Grimm e del cartone Disney lascia le atmosfere fiabesche per avventurarsi in un mondo molto più dark e violento. La nuova versione di Hollywood, quindi, si presenta per un pubblico più adulto e consapevole che l’originale sia lontano da questo Biancaneve e il cacciatore, diretto da Rupert Sanders.
A contendersi il ruolo di più bella del reame ci sono Kristen Stewart (Biancaneve) e Charlize Theron (Ravenna). Quest’ultima, strappata alla famiglia da un re malvagio e assetata di bellezza, conduce la sua vita ingannando uomini e rovinando regni. Sotto i suoi perfidi incantesimi cade anche il padre di Biancaneve, ucciso durante la prima notte di nozze e costretto quindi ad abbandonare figlia e regno nelle mani sbagliate. Inizia così una dura battaglia per salvare tutto quello che è stato toccato dalla magia nera della regina.
Seconda trasposizione cinematografica in pochi mesi, la Biancaneve di Rupert Sanders si discosta sicuramente da quella del film di Tarsem Singh (Biancaneve), sia per l’atmosfera che per i personaggi. La storia originale viene rivista e modernizzata in entrambi i film, ma Singh alla fine opta per un versione più lineare e sicuramente più universale, rendendolo un film per intere famiglie. Sanders, invece, abbandona l’atmosfera magica e fiabesca per lasciare spazio a combattimenti, foreste oscure, fate e triangoli amorosi. Così la bella e innocua Kristen Stewart si trova di nuovo a contendersi l’amore, questa volta (dopo Twilight) di un cacciatore vedovo e alcolizzato e del suo migliore amico che non vuole abbandonarla una seconda volta. Ma il classico principe azzurro che fine ha fatto? Va bene rivoluzionare la storia, ma se si inseriscono nuovi personaggi sarebbe anche giusto dar loro importanza ed approfondimento, invece nel complesso sembra tutto un po’ inconcludente. Il finale infatti è molto frettoloso, come se si volesse porre fine in fretta ad una storia che ben si sa come va a finire. A far da sfondo, però, ci sono una scenografia (di Dominic Watkins) e una fotografia (di Greig Fraser) tanto cupe quanto belle ed affascinanti, che rendono l’atmosfera ancora più dark e particolare. E danno quel pizzico di tenebrosità in più. Soprattutto perché, per una volta, il ruolo di più bella (e più brava) lo vince la strega cattiva.