Una vera favola
Probabilmente Biancaneve strabuzzerebbe gli occhi se sapesse di essere la protagonista di una fiaba, visto che di fiabesco la sua vita ha ben poco: prigioniera per anni di una matrigna che le ha assassinato il padre, sottratto il trono e condotto il regno alla rovina, braccata da un cacciatore ubriaco e depresso, smarrita in una foresta terrificante, assalita da alcuni nani rimasti senza lavoro, caricata del fardello di riportare luce e speranza in un mondo buio e freddo…
Rupert Sanders non risparmia davvero nulla alla sua Biancaneve (Kristen Stewart), dando prova di aver capito lo spirito originario delle fiabe, scritte per mettere in guardia gli adulti, piene di omicidi, violenza e un pizzico di orrore. Dimenticando volontariamente gli addolcimenti di matrice disneyana, il regista costruisce un mondo dotato di un certo fascino gotico per la glaciale bellezza della regina Ravenna, una Charlize Theron pronta a dimostrare che le streghe fanno più paura se usano il loro potere seduttivo, anziché il calderone magico.
I protagonisti sono certamente all’altezza degli scenari maestosi in cui sono posti, e il Cacciatore (il Thor del film omonimo, Chris Hemsworth) si mangia in un sol boccone il pallido principe azzurro riuscendo, cosa ancor più importante, ad evitare di farsi mangiare a sua volta dalle onnipresenti Stewart e Theron, supplendo con l’ironia e un’inaspettata tenerezza laddove domina la fierezza epica dell’una e la perfidia orrorifica dell’altra. Aiutante a tutti gli effetti della principessa dalle labbra rosso sangue la conduce, metaforicamente e fisicamente, attraverso il bosco, per far emergere la donna nascosta dentro ogni ragazza. Se la regina è arroccata nel suo immutabile mondo dark, Biancaneve ha il privilegio di visitare un luogo incantato ed incantevole come il Santuario delle Fate, unico rimasuglio di luci, magia benefica, allegria, i cui custodi sono otto nani fuorilegge che attendono una causa per cui combattere.
E la battaglia arriva, cavalcando su una spiaggia deserta, fra alte e rocciose scogliere, splendide nella loro desertica maginificenza, ma pronte a venir battute dalla bellezza di un piccolo ramo di melo in fiore.