Premio Sergio Amidei, Gorizia, 19-28 luglio 2012
Vittorio Taviani a Gorizia: una giornata particolare
Nella splendida cornice del giardino settecentesco di Palazzo Attems, sede del Comune di Gorizia, giovedì 5 luglio si è tenuta la conferenza stampa introduttiva del 31° Premio “Sergio Amidei”, Premio Internazionale alla Miglior Sceneggiatura Cinematografica che si svolgerà nella città giuliana dal 19 al 28 luglio.
Ad anticipare i lavori del simposio culturale, un ospite d’eccezione, il maestro Vittorio Taviani che insieme al fratello Paolo ha scritto alcune delle pagine più significative del cinema italiano del dopoguerra. A dispetto dell’età, il regista e sceneggiatore presente in città per ritirare il “Premio Opera d’Autore 2012” assegnato ai due fratelli toscani, ha animato con la sua verve tutti gli appuntamenti della giornata, dall’incontro con i giornalisti, al convegno pomeridiano, fino alla cerimonia serale di assegnazione del premio. Particolarmente significative e interessanti le parole dell’artista che ha raccontato aneddoti ed episodi della sua vita ripercorrendo le tappe della gioventù e descrivendo con ironia e sagacia i personali rapporti con alcuni dei personaggi più illustri del panorama cinematografico italiano. Vittorio Taviani ha parlato del suo instancabile lavoro dietro la macchina da presa con il fratello, dei film girati nel passato e della genesi ultimo Cesare deve morire: “credo che ogni uomo abbia la forza di costruirsi il proprio destino al sessanta per cento, il resto lo fa il caso; anche per questo film è successo lo stesso; capitato a Rebibbia per caso e con scetticismo, insieme a mio fratello Paolo, per vedere uno spettacolo allestito dai detenuti, al termine della rappresentazione ci siamo detti: se stasera ci siamo tanto emozionati con ‘l’Inferno di Dante dall’inferno del carcere’ perché non comunicare a tutti la commozione e la partecipazione che abbiamo provato, perché non fare una riflessione sulla durezza della condizione umana e provare a dare fiducia nel cambiamento e nel riscatto… ecco, Cesare deve morire è nato così!”.
In serata, prima della proiezione del film vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino e del David di Donatello, Taviani, nel ringraziare gli spettatori che affollavano il Kinemax di Gorizia, ancora una volta ha dato segno dell’eccezionale spessore umano parlando dell’esperienza vissuta tra le mura della prigione romana con la cinepresa e del suo speciale rapporto con i carcerati; alcuni di essi, ha confidato, hanno voluto testimoniargli la loro riconoscenza rendendolo sempre più partecipe dei loro drammi personali: “maestro”. Gli ha detto un prigioniero, “adesso che ho avuto modo di conoscere l’arte, questa cella sembra proprio una prigione!”.
Infine, il commosso abbraccio alla moglie con la quale proprio il 5 luglio festeggiava le nozze d’oro.