Nobody is perfect?
“Nobody is perfect!”: ecco la proverbiale e celebre battuta con cui, accompagnata dall’impagabile espressione basita e incredula di Jack Lemmon, si chiude A qualcuno piace caldo. Ci permettiamo di dissentire: se non qualcuno, perlomeno qualcosa di perfetto esiste: per esempio questo film, così come, del resto, un buon 80% della filmografia del grande Billy Wilder.
E dire che, pur nel suo far parte della tribù dei capolavori, Some Like It Hot non è neppure, se vogliamo fare una classifica, il migliore film in assoluto del regista, sorpassato da altri due o tre (almeno L’appartamento, altro film perfetto suggellato da una geniale battuta finale, e Viale del tramonto). È però probabilmente quello che maggiormente ha raggiunto lo status di culto, e forse quello che è diventato più diffusamente famoso, anche tra i profani della storia della commedia e del cinema americano. I motivi di questo perenne successo e dell’imperitura fama sono, lo vedremo, più di uno, ma probabilmente il più decisivo è la presenza di Marilyn Monroe nel punto più luminoso ed emblematico del suo divismo. Non a caso il film è stato rieditato nelle sale italiane, nell’ambito delle sempre più frequenti repliche di grandi classici del passato sui nostri grandi schermi, come “celebrazione” e ricordo del cinquantenario della tragica morte della fragile icona. Probabilmente, anche la sua triste morte ha contribuito a congelare negli anni la fama e la diffusione del film. Effettivamente, molti durante la visione avranno reagito come quel treno che sbuffa a mo’ di fischietto quando Marilyn entra in scena, e lei è perfetta nel ruolo della finta oca, senza dimenticare che alcune battute pronunciate sembrano, con il senno di poi, rivelatrici della sua condizione interiore. Limitare però la riuscita del film agli occhioni e al fascino di Marilyn è a dir poco riduttivo: significherebbe sorvolare sulla perfezione della sceneggiatura (firmata Wilder e I.A.L. Diamond, fido collaboratore) e dei meccanismi comici, sulle piccole geniali annotazioni di un Billy Wilder forse meno cattivo di altre occasioni, ma comunque quando necessario caustico, sui dialoghi che sembrano mitragliate più degli spari mafiosi messi in scena, sulla beffarda eleganza dello stile e su tante altre cose. Come nella tradizione della commedia americana, e come nella filmografia del regista, conta molto l’attenzione a particolari apparentemente secondari e l’uso dello spazio, soprattutto d’interni, come motore delle gag e contenitore delle annotazioni ironiche, così come lungo tutta l’opera scorre un fiume allusivo anche esso di un’eleganza e di un’efficacia disarmante e anche esso coltivato secondo le regole della commedia americana migliore. E che dire di Tony Curtis e Jack Lemmon, indimenticabili Josephine e Dafne? “They are perfect!”
A qualcuno piace caldo [Some Like It Hot, USA 1959] REGIA Billy Wilder.
CAST Marilyn Monroe, Tony Curtis, Jack Lemmon, George Raft.
SCENEGGIATURA I.A.L. Diamond, Billy Wilder. FOTOGRAFIA Charles Lang. MUSICHE Adolph Deutsch, A.H. Gibbs, Matty Malneck, Gerardo Matos Rodríguez, Herbert Stothart.
Commedia/Sentimentale, durata 120 minuti.