Talassocrazia
Dicesi documentario un film che si propone di illustrare fatti, avvenimenti, luoghi tratti direttamente dalla realtà. L’onestà di chi decide di riprendere immagini dal vero sta nel non snaturarne il significato, piegandole a proprio favore grazie al mezzo cinematografico. Con la doverosa premessa che già il montaggio mina inevitabilmente il senso della “verità” non manipolata, si può senza alcun dubbio affermare che l’ultima opera-mondo di Jacques Perrin sia quanto di più verosimile e credibile lo spettatore possa esperire.
A distanza di undici anni da Il popolo migratore, l’attore e regista parigino (assieme a Jacques Cluzard) sposta la sua attenzione dal macrocosmo dei volatili a quello della fauna marina. Dopo quattro anni di ricerca e a fronte di un investimento di 58 milioni di euro, La vita negli oceani si mostra in tutto il suo splendore, facendo coincidere il nostro punto di vista con quello di un bambino che si domanda semplicemente che cosa sia il mare. Una questione enorme, che ci porta all’interno di un geosistema in cui ogni fenomeno sta in rapporto causa-effetto con l’altro. Basterebbero le immagini – di altissima qualità, altroché 3d – e i rumori di fondo; eppure ogni intervento attuato dall’autore non è invasivo, e rifugge qualsiasi commento didattico e/o divulgativo (a differenza di un altro bellissimo doc recente, Home, appesantito da interventi al limite della propaganda). Nell’interazione tra le diverse specie c’è già tutto, e vari registri si susseguono fusi nel movimento musicale creato da Bruno Coulais. Dai combattimenti di massa – epici, da togliere il fiato – si passa alle intense passioni, dai momenti di tensione in cadenza da thriller si scivola nel racconto fantastico disneyano. Mentre ci si avvicina alla conclusione si affaccia anche l’horror, nella straziante inquadratura di un piccolo squalo rigettato in mare dopo essere stato privato di coda e pinne dall’essere umano. Nei titoli di chiusura si specifica che nessun animale è stato maltrattato, e che le scene più cruente sono frutto di ricostruzioni; ma l’istantanea è ormai impressa nella nostra mente, così come l’ultimo metaforico sguardo nell’acquario tra il bambino e il grande pesce: chi guarda chi? Esplorando l’altra faccia dello specchio ci siamo nuovamente confrontati con i limiti dell’uomo: ottuso, nella sua indifferenza complice dell’estinzione degli animali; ed egoista, perché la Terra non ci appartiene e dobbiamo condividerla. Il futuro è nella salvaguardia della diversità, e non occorre nessuna morale o voce off per capirlo: bastano gli occhi.
La vita negli oceani [Océans, Francia 2010] REGIA Jacques Perrin, Jacques Cluzaud.
SOGGETTO Christophe Cheysson, Jacques Cluzaud, Laurent Debas, Stéphane Durand, Laurent Gaudé, Jacques Perrin, François Sarano. FOTOGRAFIA David Reichert. MUSICHE Bruno Coulais.
Documentario, durata 103 minuti.