Dall’opera al cinema
Ormai anche l’opera lirica si è arresa alla tecnologia che avanza, e in certe occasioni ha già abbandonato l’amato teatro. Pochi mesi fa al cinema si è tenuta la proiezione di Madama Butterfly, l’opera di Giacomo Puccini, impreziosita dal 3D. Ora è stata la volta della televisione.
Domenica e lunedì 3 e 4 giugno, infatti, su Rai 1, è andata in onda La Cenerentola di Gioacchino Rossini, divisa in tre atti. Non essendo a teatro, l’intervallo è stato sostituito con l’inserimento di un film fra il primo e il secondo atto, e l’atteso finale è andato in onda a distanza di ventiquattro ore. Ma, trattandosi di un evento in diretta, e per di più in mondovisione, era richiesto un grande sforzo tecnico e un’imponente scenografia.
L’opera di Rossini, su libretto di Jacopo Ferretti, è tratta naturalmente dalla celebre fiaba di Charles Perrault. E chi non conosce la bella favola di Cenerentola?.
In questo caso non si è assistito semplicemente alla diretta de La Cenerentola da un qualsiasi teatro lirico, ma si è trattato di un progetto nuovo e ambizioso. Direttamente dal Palazzo Reale di Torino, per la regia di Carlo Verdone. Una scenografia imperiale, dorata, spettacolare, alternata ad animazioni incantevoli hanno dato vita ad un’opera che non capita di vedere tutti i giorni. Perché la forza, oltre alla scenografia e ai costumi, stava proprio nel giocare con inquadrature diverse. Verdone ha alternato primi piani a campi totali, feste e balli a dichiarazioni d’amore e passeggiate nel parco. Il cinema ha messo a disposizione dell’opera lirica tutte le sue caratteristiche principali. Cosa che non avviene stando seduti su una poltrona nella platea di un teatro. Al contrario, però, forse si è perso quello che rende più grande e sublime un’opera: la musica e la voce dei cantanti. Certo, l’Orchestra Nazionale della Rai diretta da Gianluigi Gelmetti all’interno dell’Auditorium e i cantanti, su tutti con la loro interpretazione sia scenica che musicale il soprano Lena Belkina e il tenore Edgardo Rocha, hanno realizzato un’ottima performance, tecnicamente ineccepibile, ma ascoltare tutto attraverso una televisione non rende giustizia alla bellezza e alla potenza di musica e voci.
Questi ovviamente sono i limiti se si vuole far uscire un’opera lirica dal suo contesto naturale, ma dietro c’è l’intenzione di far scoprire un mondo di capolavori a più persone possibili.