Se combini un guaio…
…qualcun altro lo risolverà per te. È con questa sensazione che si esce dalla visione di Lorax – Il guardiano della foresta, lungometraggio d’animazione tratto dall’omonimo libro del Dr. Seuss. Il giovane Ted, per fare colpo sulla bella Audrey, vuole trovare un albero di truffula, incurante del fatto che ormai la natura, nella città robotizzata e plastificata in cui vive, non esista più.
Finché non stana Once-ler, l’unico uomo che sa cosa sia accaduto agli alberi e in grado di dargli la possibilità di opporsi ad un perfido magnate, arricchitosi vendendo aria sana ai concittadini di Ted.
Un film ben confezionato, ricco di colori, con un paio di personaggi che riescono ad entrare nelle grazie del pubblico (l’arzilla nonnina, oltre a Lorax stesso) ed una splendida colonna sonora, ma che inciampa in una narrazione troppo semplificata, in cui l’equazione natura buona-arrivo dell’uomo apocalisse non arriva al risultato ammirato in altri film (uno su tutti Wall-E della Pixar): il compromesso. Ovvero, il vicendevole scambio tra uomo e natura, in cui entrambi contribuiscono al benessere dell’altro.
Un vero peccato, perché la narrazione superficiale, che non approfondisce neppure i caratteri dei protagonisti perfettamente inquadrabili in pochi minuti, fa sì che un film del genere possa venire apprezzato appieno solo da un pubblico di bambini, ammaliati dalla vivacità quasi caleidoscopica delle immagini. Qualche adulto potrebbe sentire la mancanza di una storia che parli anche a lui, che vada più a fondo rispetto alla lievità con cui è trattato il rapporto tra uomini e truffule. Buona l’idea delle due storie parallele, quella del passato di Once-ler e quella nel presente di Ted, anche se il primo risulta una figura monca, né mentore, né aiutante. Arroccato nella sua dimora si limita a sparare un paio di massime filosofiche, salvo poi cercare un riscatto affidando a Ted una particolare missione. Nel film, certo, si ride in più di qualche scena e la presenza di Lorax, determinato e suo malgrado buffo guardiano della foresta, vale da sola il prezzo del biglietto. Merito anche del doppiaggio ad opera di Danny De Vito, che presta la sua voce sia nella versione originale americana che in quella nostrana.