Vuoto a perdere
Il primo lungometraggio del semi-esordiente Gary McKendry (tratto dal romanzo di Ranulph Fiennes The Feather Men del 1991, edito ora in Italia da Newton Compton con il titolo del film), vero episodio di spionaggio, omicidi e vendetta a ridosso della guerra nel sultanato dell’Oman, è un action movie senza pretese. O meglio di pretese mancate.
L’intento di fare un solido racconto di genere con alle spalle la buona, ma non originale idea di raccontare la vicenda dalla parte dei killer – mossi dal voler salvare l’amico in ostaggio, facendo così delle vittime e di chi le protegge i cattivi di turno perché portatori di una colpa da espiare – si perde presto dietro una coltre di lungaggini narrative e chiarificatorie, che dilatano il tessuto del film a scapito del ritmo e dell’azione, relegata a poche “rambate” nominate ai World Stunt Awards 2012.
La riflessione sul bene e il male, per cui per fare il primo a volte è necessario fare il secondo, diventa la scusante per motivare una violenza esibita in maniera più che esplicita e per dare una parvenza morale alla scelta del protagonista di ritirarsi dall’attività di omicida dopo aver rischiato di uccidere un bambino nella sua ultima missione. Ma come in Munich che, pur se su piani decisamente diversi, affronta tematiche simili, l’eccessiva semplificazione con cui le stesse sono trattate risolve il problema etico con una scrollata di spalle e una pallottola in testa. A poco serve quindi il senso di colpa che pervade il film, retorico pretesto per quietare i toni di una pellicola che rischia più volte di sfociare involontariamente in un’ideologia bellica, virile e muscolare, per cui “una guerra non finisce finché non lo dicono entrambe le parti”.
E ancora a meno serve un attore come De Niro – che ormai svogliatamente ripropone i suoi inquietanti mezzi sorrisi e sguardi in cicliche pose quasi più per piacere del pubblico che altro – qui vero specchietto per le allodole, collocato “di riflesso” in poche scene con armi alla mano, seppur posto ben in evidenza in locandina. Solo quando, ucciso l’ennesimo sequestratore, si attarda per riprendersi l’orologio, balena agli occhi l’istintivo cinismo del bravo ragazzo James Conway e di altri indimenticabili ruoli. Ma resta solo un abbaglio nel buio della sala.
Killer Elite [id., Regno Unito/Australia 2011] REGIA Gary McKendry.
CAST Jason Statham, Clive Owen, Robert De Niro, Dominic Purcell, Aden Young, Yvonne Strahovski.
SCENEGGIATURA Matt Sherring (tratta dal romanzo The Feather Men di Ranulph Fiennes) FOTOGRAFIA Simon Duggan. MUSICHE Reinhold Heil, Johnny Klimek.
Azione, durata 116 minuti.