Spionaggio a Madrid
Will Shaw (Henry Cavill), giovane uomo d’affari in crisi con la propria azienda, raggiunge la sua famiglia a Madrid per una vacanza in Costa Brava ma le cose non vanno come previsto.
Infatti, di ritorno da un’escursione in barca, Will scopre che hanno rapito la madre e il fratello, e così viene a conoscenza della doppia personalità del padre (Bruce Willis) e di una serie di intrighi misteriosi fra vari governi e servizi segreti.
La fredda luce del giorno si presenta subito come un thriller di spionaggio, dove non si capisce chi siano i buoni e chi i cattivi, chi abbia ragione e chi torto. E il tutto ruota attorno a una valigetta nera, dai contenuti misteriosi. Il regista Mabrouk El Mechri, al secondo lungometraggio dopo JCVD. Nessuna giustizia, si affida alla scenografia poco usata di Madrid e della Costa Brava per ambientare un film dal ritmo dinamico e dal montaggio frenetico, che alimentano la tensione. Ma manca un qualcosa perché il film decolli. La narrazione è più che prevedibile, i personaggi sembrano fatti di gomma perché dopo voli di metri e pallottole che spuntano da tutte le parti, sono più vivi che mai, inseguimenti in automobile che non provocano conseguenze di sorta. Saranno anche le caratteristiche dell’action movie, ma non ci si può basare sono su quelle. E neanche la sceneggiatura di John Petro e Scott Wiper fornisce tutte le risposte richieste dalla trama, lasciando lo spettatore con una lunga serie di dubbi e di punti interrogativi.
Il film, comunque, si affida anche all’esperienza di Bruce Willis e all’atleticità del nuovo Superman Henry Cavill per trovare ancora più dinamicità ed energia così come la cattiveria di Sigourney Weaver si evidenzia con grande intensità. Ed è in fondo proprio grazie a loro se il film non si perde totalmente per le strade di Madrid.