…e vissero felici e contenti
In principio fu Beverly Hills – 90210, poi fu la volta di Dawson’s Creek, infine è stato One Tree Hill a tenere compagnia agli appassionati del genere.
Con l’episodio numero 187 (andato in onda il 4 aprile negli USA) giunge al termine la narrazione dell’ultima generazione dei teen drama, nove stagioni piene di drammi e suspense, districate, come nella migliore delle tradizioni, tra licei, campi di basket e passerelle di moda. Gli ingredienti ci sono tutti e la struttura rimanda ai telefilm che lo hanno preceduto, stavolta però mancano soldi dati alle fiamme, pontili e scalette per entrare nelle camere altrui. Quanto i fan possano influire su una produzione tv è in questo caso molto evidente: One Tree Hill doveva interrompersi infatti al termine della settima stagione, ma quel finale così avventato e troppo traumatico ha fatto sì che il pubblico si battesse perché i personaggi non venissero abbandonati in modo così brutale, tra neve e pallottole. Così la The CW, produttrice della serie, ha deciso di continuare con altre 13 puntate, allungando poi la storia nelle 24 totali dell’ottava stagione: è quasi fisiologico che dal quattordicesimo episodio il telefilm appaia stancamente ripetitivo e sdolcinato. Dopo l’abbandono nella settima stagione dei due protagonisti centrali e con il calo di spettatori dell’ottava, altri 13 episodi sono stati comunque confermati, risanando alcuni dei danni provocati dalle puntate più insignificanti. Sebbene possa sembrare un racconto a sé stante, la nona stagione risulta accelerata ma accattivante, pronta a concludere le avventure di un cast rinnovato negli anni, che ha però saputo mantenere una forte coerenza e continuità interna. Ad ogni modo, se l’ambientazione altolocata, i problemi finanziari inesistenti e il proliferare di matrimoni ci rimanda a Beverly Hills, l’omaggio del monologo finale è rivolto a Dawson’s Creek, con i corridoi del liceo animati dai fantasmi del passato che la fanno da padroni. Dopo molti richiami interni, gestiti con continue riprese di film autoreferenziali, la serie giunge al termine, in pieno stile “…e vissero felici e contenti”, con una pacifica chiusura dei conti rimasti in sospeso e tutti i personaggi che sorridono alle telecamere e al loro futuro, consapevoli delle proprie capacità e sereni con i loro problemi. Inutile sottolineare l’irrealtà di questa evenienza, ma forse è questo lato così spudoratamente fiabesco a farci affezionare tanto ai personaggi e che ci rende nostalgici e malinconici nel doverli salutare. C’è da chiedersi se per il futuro le produzioni televisive decideranno di riproporre una struttura così affermata o continueranno a tentare prodotti alternativi, con risultati soddisfacenti solo in rari casi e mai all’altezza del confronto con i sopra citati per seguito e durata, con la viva speranza che patetici spin-off non siano nemmeno presi in considerazione. Perché se c’è una cosa sicura, è che, per quanto si cerchino variazioni sul tema (talvolta dimostratesi anche valide), la ricetta originale, composta da bei protagonisti con personalità forti e spesso troppo maturi per la loro età, è il mosaico che più di tutti convince e assicura un successo stabile e duraturo, confermando inoltre il dominio in questo campo delle produzioni americane.
One Tree Hill [id., USA 2003-2012] IDEATORE Mark Shwan.
CAST James Lafferty, Sophia Bush, Chad Michael Murray, Bethany Joy Lenz, Paul Johansson, Craig Sheffer, Hilarie Burton, Barbara Alynn Woods, Austin Nichols.
Teen Drama, durata 41 minuti (episodio), stagioni 1-9.