14° Far East Film Festival, Udine, 20 – 28 aprile 2012, Udine
Il Cinema nel Cinema
Con The Woodsman and the Rain ci si trova improvvisamente ritrasportati nel dicembre del 1895, anno in cui l’uomo ammirò per la prima volta le straordinarie potenzialità della Settima Arte.
Il regista Okita Shuichi rappresenta questa travolgente, emozionante, prima magica sensazione attraverso lo sguardo di due personaggi: un taglialegna vedovo, sessantenne mite e abitudinario che conduce una vita semplice immersa in un paesino di montagna; e un regista venticinquenne introverso ed enigmatico, subissato dal peso delle responsabilità (e del proprio passato), costretto – letteralmente – a completare il film che ha ideato. Due età molto distanti, due caratteri diversi, due esistenze anni luce tra loro. Il loro cammino si incrocia in un bosco, quando l’anziano Katsuhiko è costretto a fermare il proprio lavoro a causa delle riprese nei paraggi di un film horror, in cui anch’egli finirà suo malgrado per diventare uno zombie. Lì conosce Koichi, “ragazzino che non rispetta gli anziani”, come il boscaiolo identifica inconsapevolmente nientemeno che il regista del film. Il cinema, universo fino ad ora a lui sconosciuto, irrompe così nella sua vita, spalancando le porte di un mondo nuovo che lo affascina e gli inietta un improvviso entusiasmo, quasi fosse un bambino che si affaccia alla vita per la prima volta. Ma non travolge solo la monotonia di Katsuhiko, perché nel film finiranno per essere scritturati tutti gli abitanti del paese, dal barista un po’ matto al bambino che durante il ciak, ignaro di rappresentare un morto vivente in una bara, si addormenta tranquillamente. Da un lato, quindi, una scoperta; dall’altro (in Koichi) una ri-scoperta della passione per il cinema nata da piccolo ma sotterrata e impolverata da anni di mancanza di affetto e di conseguente sfiducia in se stesso. Ed è proprio l’incontro con questo sguardo innocente e puro a fargliela ritrovare nel profondo della propria anima. Entrambi colmano così un vuoto nella vita dell’altro: Katsuhiko costruisce con il ragazzo quel rapporto empatico che non è mai riuscito ad avere con il figlio, e Koichi trova nell’anziano un mentore nonché il padre che non ha mai avuto. Non è la spettacolarità dell’impresa, delle azioni o della storia raccontata ciò che a Okita interessa evidenziare del mezzo cinema (il film che stanno girando è quasi ai livelli di un filmato amatoriale), ma l’essere insieme creatori di qualcosa, nel momento in cui questo qualcosa prende magicamente vita. Lo fa tramite un linguaggio asciutto e introspettivo, ma al contempo espressivo e commovente, accompagnato da camera fissa e dialoghi essenziali fonti di spasso per tutta la durata della pellicola, per i quali sono da encomiare le interpretazioni dei due attori principali, Yakusho Koji e Oguri Shun.
The Woodsman and the Rain [Kitsutsuki to ame, Giappone 2011] REGIA Shuichi Okita.
CAST Yakusho Koji, Oguri Shun, Tsutomu Yamazaki, Kengo Kora, Masato Ibu.
SCENEGGIATURA Fumio Moriya, ShUichi Okita. MONTAGGIO Takashi Sato.
Commedia, durata 129 minuti.