Amiche e colleghe
Due donne unite nelle avversità, compagne di sventura ma capaci di riscattarsi. Questo racconta il film di Marco Pontecorvo per il ciclo Mai per amore, Helena e Glory.
Certo, racconta anche un poliziotto corrotto e l’amore di una madre verso un figlio tenutole lontano da troppo tempo, ma non è un caso che nel titolo per ci siano i nomi della due straniere (una sudamericana e una ucraina) che si incontrano mentre sono costrette a praticare il lavoro più vecchio del mondo. Ciò che emerge dal lungometraggio è la forza interiore di queste due donne che spinte dal desiderio di una vita diversa, sopportano botte, violenze e privazioni, menzogne e umiliazioni solo per difendersi l’un l’altra, per difendere quel poco di normalità a cui, non con poca fatica, Glory è finalmente giunta. La capacità di raccontare storie composte da sofferenza e umiliazione il regista Pontecorvo l’ aveva già dimostrata con il suo esordio alla regia Pa-ra-da. L’attenzione per quelle parti della società soggette a soprusi, come le donne straniere di Helena e Glory o i bambini romeni di Pa-ra-da, assieme alla quasi totale assenza di retorica o luoghi comuni, rendono il lavoro del direttore della fotografia, e ora regista, delicato, puntuale, pulito. Anche alcuni movimenti di macchina non scontati, e non frequenti per una fiction Rai, rendono credibile il racconto, mai impostato o autoreferianzale (cosa che spesso accade nella televisione in chiaro degli ultimi decenni). Certo, il lieto fine era un po’ scontato e forse dovuto, ma è chiaro che in prima serata lo spettatore cerchi un happy ending, pur nella rappresentazione della verità, fatta purtroppo di cronaca nera, una verità che vede il novantasei per cento della violenza perpetuate all’interno del nucleo familiare, quella verità che racconta di donne tenute in schiavitù per poter portare il piacere sessuale a pagamento, come Helena e Glory.
Mai per amore – Helena e Glory [Italia 2012] REGIA Marco Pontecorvo.
CAST Barbora Bobulova, Esther Ortega.
SCENEGGIATURA Andrea Purgatori, Angelo Pasquini. FOTOGRAFIA Enzo Carpineta.
Drammatico, durata 90 minuti.