venerdì 13 aprile, RaiMovie, ore 13,45
Una storia di passione, sangue, desiderio e morte
Irma è una passeggiatrice, Nestore è un ex poliziotto onesto e gentile, diventato quasi per caso il protettore della donna.
Costretto a lottare contro la gelosia corrosiva sceglie di dare inizio a una nutrita commedia degli equivoci, travestendosi, massacrandosi di lavoro, finendo persino in carcere, solo per amore. Dopo tre anni dalla magica intesa de L’appartamento, Jack Lemmon e Shirley MacLaine ritornano ad innamorarsi più perdutamente che mai in un film che sta un gradino sotto il loro precedente idillio ma che comunque rientra a pieno titolo nella costellazione dei successi firmati Billy Wilder. Spudoratamente trova posto anche nella categoria dei più espliciti, riuscendo allo stesso tempo a glissare sull’argomento, lasciandolo al centro della pellicola senza che lo spettatore se ne renda conto essendo ancora imbambolato come il protagonista prima che gli venga spiegata la funzione di un albergo a ore.
Vestito da uomo o da donna, in bianco e nero o a colori, Lemmon non perde mai la sua naturale espressione dolce e frizzante che lo consacra come l’eroe buono, fedele e romantico, lontano dallo stereotipo del latin lover, vicino piuttosto a quello del finto burlone che sa essere risoluto quando serve. Nelle sue svariate collaborazioni col regista, da quelle passate a quelle che verranno, ma in generale nella sua carriera, l’indubbia capacità di reggere sulle proprie spalle l’intero progetto è lasciata da parte per dare galantemente spazio agli altri protagonisti, resi forti da sceneggiature ben scritte, quelle di Wilder particolarmente, ma anche dalla sua maestria di saper esplodere senza travolgere nessuno. In questo caso a fargli da spalla ci pensa un barista poliedrico e mutaforma, all’occorrenza avvocato o levatrice, insieme all’atmosfera parigina anche se del tutto costruita negli studios.
Oscar per le musiche di André Prévin, è la commedia di Wilder che più sa descrivere con tono leggero una storia che ha il sapore amaro del dramma, tra sfruttamento, omicidio e lavori forzati. Alla fine, accantonate riflessioni e abilità attoriali, ciò che rimane impresso è la figura di Irma, una bambolina esile con un broncio irresistibile, la cagnolina sempre in braccio e delle calze verdi che indossa perchè coordinate alla biancheria intima. Potrebbe quasi ambire al trono di simbolo dei sogni erotici dell’americano medio se questo non fosse già occupato dalla Monroe e dalla sua gonna svolazzante, ma quella è un’altra storia.