Gente bella con problemi stupidi (sulla spiaggia)
Ormai è chiaro: i distributori italiani sono fermamente intenzionati a propinarci tutto il cinema francese possibile. Una tendenza nata con il successo inatteso di Giù al Nord e consacratasi con i 5 Oscar a The Artist.
Hollywood è in crisi? E allora al pubblico italiano svendiamo la Francia, presentata come “caso dell’anno” (il debole 17 ragazze), incasso da capogiro (il furbesco Quasi amici) o esempio di nuova commedia da esportazione (gli inavvicinabili Emotivi anonimi e Il mio migliore incubo!). È roba francese, magari vende. Con questa grossolana mentalità viene gettato adesso nelle sale Piccole bugie tra amici, film inizialmente scartato e ora ripescato in virtù di attori sconosciuti nel 2010 – François Cluzet e Jean Dujardin – ma ora divenuti anche da noi più o meno famosi. Nella durata monstre di centocinquantaquattro minuti le Piccole bugie dirette da Guillaume Canet inanellano spavaldamente tutti i peggiori difetti per cui la cinematografia francese viene criticata nel mondo. Con spaventosa presunzione il regista dipana le matasse esistenziali di una comitiva di 30/40enni parigini che decide di andare in vacanza a Cap Ferrat nonostante uno di loro sia in ospedale in fin di vita a causa di un incidente. “Che razza di bastardi!” pensiamo noi, ma a quella riflessione subito ne subentra un’altra: come e perché questo gruppo così eterogeneo di persone si conosce? E qual è il movente per cui dovrebbe minimamente fregarci dei loro microcosmi nevrotici e boriosi? Quesiti destinati a restare elusi, perché le scene che si susseguono davanti ai nostri occhi sono a tal punto alla disperata ricerca di un respiro drammaticamente reale da omettere la caratteristica fondamentale delle commedie corali: lo spessore dei personaggi. L’attore donnaiolo, il bamboccione mollato dalla fidanzata, il fisioterapista gay, l’etnologa ninfomane: figurine annegate negli stereotipi sociali e appiccicate sul fondale dipinto di una spiaggia in cui rilassarsi, certo, ma con fastidio intellettuale. Ecco cosa vorrebbe essere tutto questo crogiuolo di turgori e tremori: un ritratto generazionale! Ma Lawrence Kasdan e Mike Nichols sono lontani anni luce, e a questo punto persino i teoremi mucciniani assumono un’imprevista eleganza psicologica. Qua pretenziosità e snobismo si mangiano i buoni propositi, e nell’istantanea finale noi non vediamo altro che ometti ottusi e donnine isteriche, attanagliati da dilemmi superficiali. Anzi, per dirla con una voce che timidamente si è alzata in sala sui titoli di coda, “gente bella con problemi stupidi”. Non potrebbe davvero esserci giudizio migliore.
Piccole bugie tra amici [Les petits mouchoirs, Francia 2010] REGIA Guillaume Canet.
CAST Marion Cotillard, François Cluzet, Benoît Magimel, Jean Dujardin, Gilles Lellouche.
SCENEGGIATURA Guillaume Canet. FOTOGRAFIA Christophe Offenstein. MONTAGGIO Hervé De Luze.
Commedia/Drammatico, durata 154 minuti.