Il buio dietro ai merletti
Ad una prima occhiata l’anime Puella Magi Madoka Magica, prodotto da Shaft ed Aniplex, si presenta come il classico mah? sh?jo (o majokko), ovvero un anime in cui ragazzine vestite da maghette frou frou combattono il male, grazie ai poteri magici ricevuti in dono da creature sovrannaturali.
In effetti la protagonista, Madoka Kaname, e le sue amiche indossano abiti dai colori fluo, si trasformano tra lampi di luce colorata ed hanno ricevuto particolari facoltà da un essere vagamente somigliante ad un gatto.
Le similitudini con altre opere, però, si fermano qui.
Madoka ed altre quattro ragazzine hanno la possibilità di esaudire un loro desiderio; in cambio, dovranno trasformarsi in maghe e combattere le streghe, entità maligne che spingono gli uomini al suicidio o ad atti di empietà.
Fin dalla prima puntata è chiaro che il tratto volutamente infantile e tipicamente da cartoon ha un solo scopo: scarnificare la fisicità dei personaggi e costringere lo spettatore a guardare nelle psiche delle protagoniste. Ed anche, ammettiamolo, a rendere più sensazionalistiche la gran parte delle scene, in cui perlomeno destabilizza vedere una quattordicenne, resa ancor più infantile dal modo in cui è disegnata, che ammazza senza pietà o rischia di venire uccisa in maniera decisamente cruenta.
La storia delle protagoniste, e lo si capisce all’istante, è una lenta discesa nell’abisso. Con i loro occhioni in puro stile anime guardano dritto in faccia la pazzia, la violenza, l’orrore, combattendo una guerra che si risolve solo con la morte di una delle due parti. Forte la delineazione caratteriale di ognuna delle ragazze, che si manifesta non solo nelle diverse armi usate, ma anche e soprattutto nelle reazioni davanti alle battaglie e nei confronti/scontri all’interno del gruppo stesso.
Madoka è indubbiamente la protagonista, tuttavia ogni puntata viene dedicata a svelarci un tassello in più della vita delle sue compagne, rendendo arduo capire chi sia il vero nemico.
L’uso di inquadrature decisamente inusuali, della decolorazione in alcune scene e della saturazione in altre, contribuiscono a creare un’atmosfera a cavallo fra (soft) horror e noir (i misteri da svelare abbondano). D’altro canto, cosa ci potevamo aspettare dal regista degli episodi, Akiyuki Shinbo, già noto per altre opere in cui l’uso di grafiche particolari è diventato il suo marchio di fabbrica?
Menzione d’onore al design delle antagoniste, le streghe: mai uguali, vengono rappresentate di volta in volta come deformazioni spazio-temporali, occupano tutto lo schermo, hanno la forma di ingranaggi rotti, pupazzi voodoo giganteschi, serpenti dall’aspetto anomalo…
L’anime in Giappone ha suscitato polemiche, per quanto programmato in tarda serata, accusato di eccessiva brutalità, tanto da metterne a rischio la messa in onda. Planet Manga farà uscire il manga verso aprile, mentre da marzo il programma da noi si può vedere la domenica mattina sui Rai4.
Sempre che non temiate i mostri acquattati sotto il letto…