Un cinema sempre uguale, ma sempre diverso
Pietro Ponte è un giovane ragazzo che sogna di diventare attore. Timido e riservato, soffre della convivenza con la cugina, quindi decide di comprare una casa tutta per lui. Entusiasta della sua nuova dimora accogliente anche se in rovina, Paolo si sistema velocemente.
Dopo una notte passata da solo nella casa però scopre che questa è già occupata da un gruppo di misteriosi inquilini che arrivano da un’altra epoca e che supplicano Paolo di “aiutarli ad uscire”. Da qui prenderà il via la ricerca e lo svelamento di atmosfere e storie passate, di finzioni e di realtà che porteranno Paolo ad un nuovo rapporto con se stesso, con il suo “io” di attore e con il mondo.
Se non si sapesse chi è l’autore del film, senza dubbio si farebbe comunque il nome di Özpetek.
Guerra, segreti, omosessualità. I temi a lui cari. E questo film racchiude tutti gli elementi dei film precedenti dell’autore. Personaggi che arrivano da un’altra epoca che ricordano Davide Veroli de La finestra di fronte (2003), l’omosessualità di Paolo riporta a Le fate ignoranti (2001), senza dimenticare il cibo e la cucina, elementi sempre presenti nel suo cinema. Ma questa volta Ozpetek dà una priorità diversa ai caratteri, rimescolando le sue carte. Se ne La finestra di fronte, Il bagno turco e Le fate ignoranti l’omosessualità era un tema centrale e indirizzato a sottolineare una posizione precisa, qui diventa periferico. Ed è grazie a questo riposizionamento degli elementi che il racconto si dirige verso una nuova via, mai percorsa finora dal regista: l’attore.
Le scene meglio riuscite infatti sono quelle in cui i “magnifici” personaggi insegnano a Paolo cos’è per l’oro l’arte della recitazione, con pose plastiche e abbondante trucco. “Tu devi sparire”. È in questa scena che l’arte passata e presente si mescolano nella figura di Paolo, che non si sente più se stesso.
Oltre ad una nuova storia, un nuovo cast. Rimangono infatti presenti solo alcuni degli attori a cui Özpetek è affezionato (ad esempio Margherita Buy, che è al suo terzo film con il regista). Una scelta degli interpreti molto intelligente dove spiccano in particolare Giuseppe Fiorello che siamo abituati a vedere sul piccolo schermo, Vittoria Puccini e il bravissimo Elio Germano, che qui dà nuovamente conferma del suo grande valore di attore.
Magnifica Presenza è un film curato in ogni dettaglio, con una grande attenzione alla gestualità degli attori ed un accorto utilizzo della colonna sonora – meraviglioso il suono dei cavalli che corrono quando Paolo trova la tanto agognata figurina di Garibaldi.