Talento made in Italy
Sabato 10 marzo si è conclusa, con la vittoria dell’“uomo bandiera” Stefano Scarpa, la terza edizione di Italia’s got Talent registrando, ancora una volta, un incredibile successo di pubblico.
Il format è molto semplice: chiunque creda di possedere un innato talento in una qualsiasi disciplina può presentarsi davanti a tre giudici, Maria De Filippi, Gerry Scotti, Rudy Zerbi, esibirsi e, se valutato positivamente, ripresentarsi per le semifinali. Lo scopo del programma, infatti, è quello di scovare il miglior talento in gara.
Nulla di nuovo se si pensa ai numerosi talent show apparsi in tv nel corso degli ultimi anni ma Italia’s got Talent ha qualche ingrediente in più che lo differenzia. Ciò che, con ogni probabilità, piace al pubblico, è lo spazio dato ai concorrenti: persone comuni che con originalità e autenticità portano in tv il loro talento e, allo stesso tempo, le loro storie personali, le stesse di chi li guarda da casa. Altro fattore di successo sono i giudici, un trio talmente affiatato che è raro vederne di questi tempi e che, seppur nomi rilevanti della televisione italiana, sanno stare al loro posto limitandosi a giudicare le esibizioni senza impadronirsi della scena. E anche i conduttori, Simone Annicchiarico e Belen Rodriguez, fanno solo da contorno al programma, quasi non ci si accorge di loro. È chiaro come Italia’s got Talent dimostri il superamento del programma televisivo tradizionale incentrato sulla figura del conduttore-divo che attira su di se l’attenzione, in tempi in cui è evidente un mutamento dei gusti negli spettatori. Gli italiani vogliono vedere se stessi in tv, una loro rappresentazione, non più la spazzatura che la televisione italiana ci ha abituati a vedere e ciò è dimostrato anche dall’interesse che sta avendo un nuovo canale televisivo come Real Time, che mostra persone reali alle prese con situazioni reali. E non è un caso che un format consolidato come quello del Grande Fratello, che si propone come (falsa) rappresentazione dell’Italia, abbia dimostrato grosse falle. Italia’s got Talent fa parte di questo mutamento, è vincente perché catalizza l’attenzione verso la gente comune che, con un pizzico di coraggio e incoscienza, si esibisce davanti alle telecamere intrattenendo con performance di vario genere il pubblico: alcune dimostrano un talento strabiliante altre, invece, sono al limite del grottesco. Meno interessante la parte finale del programma in cui i selezionati tornano ad esibirsi senza apportare, però, grandi cambiamenti alle performance.
In ogni caso, è chiaro come Italia’s got Talent si presenti come una delle (poche) rivelazioni di quella che, forse, si sta prefigurando come una nuova era della televisione italiana.