E ora… mambo!
Cosa sembra più semplice del prendere come soggetto per un musical, un musical stesso? La storia si costruisce da sé, cibandosi dello show messo in scena dai suoi personaggi e lasciando che loro lavorino per lei; poi un paio di canzoni, altrettante coreografie, qualche battuta e il gioco è fatto.
Smash invece sbaraglia ogni preconcetto: la prima sensazione che si prova vedendola è quella di una serie in cui si crede di sapere esattamente quale sarà il finale, quali i rapporti tra i personaggi, chi risulterà vincitore e chi dovrà ritirarsi con la coda tra le gambe. Invece, il piacere sta nell’ammettere di essersi sbagliati e vedere che in realtà lo scontato non esiste. I protagonisti sono positivi, ruoli classici ma ben caratterizzati, dalla ragazza acqua e sapone giovane e talentuosa fino ad una Angelica Huston rinata, totalmente calata nella parte della tenace produttrice, elegante e impassibile; è una colonna di granito con l’anima da eterna romantica. Dopo la lunga serie di cover made in Glee, finalmente canzoni originali, con un senso proprio e totalmente connesse al contesto, quest’ultimo non più ad esclusivo uso e consumo di un pubblico giovane, ma aperto ad uno più maturo, magari cresciuto negli anni ’80 con le speranze e le energie di Saranno Famosi. A prevalere è comunque una narrazione orizzontale che delinea la storia dietro la storia, il backstage dello spettacolo, le prove, le tensioni insieme alle vite private dei protagonisti: più livelli da seguire, intercalati spesso da momenti di immaginazione che lasciano entrare lo spettatore nello spettacolo fatto di lustrini e scarpe da ballo, insieme allo spirito dell’immortale diva Marilyn Monroe. Lei la protagonista del musical, costruita dalle canzoni, l’ossessione, l’esempio a cui tendere per avvicinarsi alla perfezione. Nell’anno del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa i progetti legati al suo nome sbocciano ovunque, tra mostre fotografiche (Ferragamo a Roma), due film (My week with Marilyn e Blonde), per non parlare del merchandising vario, attivo già da qualche tempo. Smash è dentro questo congegno di ricordo e allo stesso tempo ne prende le distanze, inserendo la tragicità nel suo spirito ma preferendo comunque la leggerezza del tono, essendo una commedia: che questo sia un punto di forza o il tallone d’Achille non è ancora possibile dirlo. È evidente comunque che si tratta di una serie con carattere, partita in mid-season. Lanciata senza freni nelle fauci di pubblico e critica, ha dalla sua il vantaggio di essere nuova, fresca e originale, lontana dai classici temi della serialità americana. Tralasciando i folli appassionati del musical che ne rimarranno rapiti, potrebbe raggiungere risultati inaspettati. Il tempo parlerà per lei.
Smash [id., USA 2012] IDEATORI Theresa Rebeck.
CAST Angelica Huston, Debra Messing, Jack Davenport, Christian Borle.
Musical, durata 42 minuti (episodio), stagione 1.