MYmoviesLive!
L’utopia di un esperimento
Uomo e scimpanzè. Scimpanzè e uomo. Da sempre questi due nomi vengono associati, confrontati e studiati. A maggior ragione quando agli inizi degli anni Settanta uno scienziato comportamentista, Herbst Terrace, della Columbia University, stabilisce che il 98,7% del DNA degli esseri umani e degli scimpanzè coincide.
Il Project Nim del titolo cerca quindi di dimostrare che non solo gli uomini sono in grado di comunicare con il linguaggio dei segni. Tutto inizia a Oklahoma, nel 1973. Nim, un piccolo scimpanzè, subito dopo la nascita viene sottratto alla madre e assegnato a una famiglia di umani che lo accoglie e lo tratta come un figlio. Ben presto però la famiglia risulta impreparata e Nim viene trasferito in una villa in campagna fuori New York, ma l’esperimento non si conclude per il meglio.
Il film, presentato al Sundance Film Festival 2011 e selezionato da Mario Sesti per la 6° edizione del Festival del Film di Roma, è proiettato per la prima volta in Italia su MYmoviesLive! (fino al 18 marzo, ore 21.30).
Il regista James Marsh, premio Oscar per il documentario Man on Wire, affronta un tema che troppe volte viene sottovalutato: la crudeltà umana nei confronti degli animali. Non solo a questi ultimi viene tolto l’ambiente naturale, ma vengono usati e riusati a loro piacimento, soprattutto per la scienza. E quando non servono più li abbandonano al loro destino. Marsh, per dimostrare ciò, si sofferma principalmente sul comportamento umano rispetto a quello di Nim, e lo fa attraverso interviste, ricordi e foto. Tutto ruota attorno al linguaggio dei segni che Nim apprende. Chiede da mangiare, si lascia prendere in braccio, va in bagno, accudisce un gatto, si affeziona. E il tutto per cosa? Per un’utopia, per dimostrare che anche un animale può comportarsi da umano. Ma umano non lo sarà mai. Così quando, in più di un’occasione, Nim si rivela aggressivo, viene mandato in un laboratorio e usato come cavia per testare alcuni farmaci.
Il regista vuole il perdono nelle parole delle persone che hanno seguito lo scimpanzè nell’esperimento, e lo fa attraverso una sceneggiatura che ripercorre passo dopo passo il cammino di Nim. Le dichiarazioni spontanee o incalzate da domande fuori campo accompagnano tutto il film, facendo da sottofondo sia alle riprese effettuate per il documentario sia a quelle originali. Gli attori, ovvero i reali protagonisti della vicenda, si alternano in tutta una serie di flaschback, anche attraverso l’uso di vecchie fotografie. Il tutto è accentuato dall’uso del colore o del bianco e nero, a seconda della contemporaneità o dei ricordi.
Un film, quindi, che riesce ad esaltare, nel suo complesso, la figura di Nim e la sua capacità di dare una lezione di vita a noi uomini.