Rovelli da pseudo-studenti
The Pills è una web series ideata e prodotta da Luca Vecchi, iniziata nel 2011 su Youtube e poi diffusa attraverso il sito Dudemagazine, che si propone di supportare e diffondere svariate forme culturali “relegate ai margini del mercato e di conseguenza del pubblico”. Uscita regolarmente per diverse settimane, è attualmente ferma all’episodio 17.
The Pills è una serie di micro episodi di lunghezza variabile (tra i due e i dieci minuti), dichiaratamente ispirati nell’unità di luogo (un appartamento, un tavolo) e nelle modalità di ripresa principali (camera fissa, bianco e nero) al Jim Jarmusch di Coffee an Cigarettes, di cui riprende anche il concept della chiacchiera svagata intorno al tavolo; la componente di casuale surrealtà che caratterizzava i corti jarmuschiani è qui sostituita dalla consapevolezza metatestuale di riprendere e recitare all’interno di riconoscibili coordinate cinematografiche, elemento che rivela il forte debito con l’opera demenzial-cinefila di Marcello Macchia/Maccio Capatonda.
Il formato Coffe and Cigarettes è in realtà solo un pretesto per incursioni più ambiziose nei generi, citati attraverso illuminazione, angoli di ripresa, musiche, dialoghi: gli stilemi noir e thriller danno voce ai pensieri inconfessabili o sconvenienti dei protagonisti.
I contenuti prendono spunto dalla vita quotidiana di “twenty-something” universitari o post-universitari: la struttura a brevissimi episodi si presta bene a descrivere la modalità “cazzeggio”, giustificata dalla condizione di eterni studenti, dalla mancanza di direzioni precise da prendere e di lavori stabili. Sono le caratteristiche che dominano questo microcosmo tutto maschile abitato da romani un po’ narcisisti, un po’ immaturi, forse disorientati nella precarietà dell’oggi italiano. Ma lasciando da parte il ritratto generazionale, il tono generale è sempre blandamente ironico, con punte di demenziale a volte riuscite (1×06, Scherzo a Matteo Quinzi vol. I), altre meno (1×05, I puffi sanno; 1×08, La puntata di Natale).
Il rischio è quello di interessare esclusiavamente un target che si riconosca direttamente nella condizione socio-economica rappresentata dai protagonisti, tuttavia The Pills riesce ad aggirare il problema con la varietà di linguaggi e temi. Lontano da ogni pretesa di continuità, ogni episodio è autoconclusivo e scollegato dal resto, e può con la stessa libertà trattare di suggestioni pseudorealistiche come di frammenti di totale nonsense, spesso spingendoli all’esagerazione. Particolarmente preso di mira è il mondo femminile, reo di impartire sofferenze inenarrabili al genere maschile, e per questo oggetto di vendetta, derisione o altre cattiverie (1×03, Problemi di donne; 1×04, L’amore ai tempi di Facebook; 1×12, Amore tossico).
Un altro pregio della serie è mischiare la finzione vera e propria con la consapevolezza metatestuale, che si rivela sia negli outtakes, sia nella scelta di costruire episodi dove gli stessi interpreti fanno loro stessi a lavoro su The Pills (1×09, Radici). In tal senso l’episodio più riuscito è Fabio Volo (1×16), dove a venir preso di mira è certo snobismo da giovane creativo, qui rappresentato dalla stessa troupe della serie, costretta a silurare con disprezzo Luca dopo la sua crescente ossessione per lo scrittore bresciano, a sua volta deriso spudoratamente con l’evocazione del “qualunquismo dozzinale” delle sue parole.
The Pills è un’ulteriore conferma della crescente padronanza dell’autopromozione su piattaforme video e social network da parte delle nuove generazioni di videomaker; fenomeno che merita attenzione, e infatti si moltiplicano gli approfondimenti sul web, mentre i media tradizionali, per lo più, ignorano.