Il Paradiso può andare a farsi fottere
The Descendants è il titolo originale della pellicola di Alexander Payne (Sideways),uscito nelle sale italiane come Paradiso amaro. “Paradiso” è la parola che ci viene in mente quando pensiamo ad un posto come le Hawaii,“amaro” perché anche nel luogo più incantevole vivono esseri umani con i loro problemi e i loro drammi.
Matt King (George Clooney) è un avvocato, discendente da una ricca famiglia hawaiana; insieme ai suoi cugini è erede delle ultime terre vergini dell’arcipelago. Matt ha il difficile compito di prendere una decisione sulla vendita delle terre, nel frattempo sua moglie è in coma da quasi un mese, a causa di un incidente nautico. L’amaro di questa storia si trova nella devastante situazione che deve affrontare il protagonista. Davanti alla probabile perdita della moglie, Matt dovrà imparare ad essere un buon padre, cosa resa non facile dalle sue due figlie, Scottie più piccola, ma decisamente precoce e la diciassettenne Alexandra, ribelle, ma molto legata alla famiglia. Questa serie di eventi ci spinge a pensare che le cose non potranno che migliorare finchè Alexandra non rivela al padre l’infedeltà della madre. Matt King sopravvive anche a questo, anzi fa di più: intraprende un viaggio con le figlie con lo scopo di comunicare la tragica condizione in cui verte la moglie all’amante, e i King scoprono che l‘unione fa la forza.
Dunque, Paradiso amaro è un titolo azzeccato? Sicuramente esprime al meglio lo stato d’animo che ci accompagna durante la visione del film. I sentimenti di Matt ci vengono trasmessi dallo sguardo assorto e malinconico di Clooney che ne esprime tutta la tristezza e la disperazione. Il paesaggio hawaiano si rivela in tutta la sua ricchezza le grandi piante tropicali e le seducenti spiagge, con la musica tradizionale a fare da sfondo. Attorno alla moglie di Matt, che vediamo in tutto il suo deterioramento fisico, ritroviamo emozioni forti come la rabbia,l’amore e la disperazione trasmesse dal regista attraverso una sapiente direzione degli attori (senza dubbio Clooney ha dato il meglio di sé) e attraverso i dialoghi e alla velata comicità che contraddistingue la sua cifra stilistica.