Non è tutto oro quel che luccica
Abbiamo dovuto aspettare sette anni per poter rivedere sul grande schermo un film firmato da Alexander Payne. Dopo il grande successo di A proposito di Schmidt e Sideways-In viaggio con Jack, Payne torna dietro la macchina da presa con una nuova e straordinaria pellicola.
Matt King (George Clooney) è un avvocato, sposato, con due figlie che ha cresciuto in maniera altalenante e una casa alle Hawaii che “dovrebbe” simboleggiare l’idea di una vita perfetta.
In seguito a un grave incidente in motoscafo, la moglie entra in coma irreversibile portando con sé conseguenze aspettate e non, come l’imminente scoperta da parte di Matt che lei lo tradiva da tempo con un altro uomo.
Matt si ritrova improvvisamente a dover crescere da solo le figlie e, con loro, a girovagare fra le isole delle Hawaii alla ricerca disperata del misterioso amante della moglie.
Paradiso amaro è la storia di un viaggio alla riscoperta degli affetti familiari, un percorso che darà la forza al protagonista di riorganizzare la propria vita e di stringere un rapporto che non ha mai avuto con le figlie, che hanno nei suoi confronti un atteggiamento ostile e ribelle, soprattutto l’adolescente Alexandra (interpretata da Shailene Woodley), volto protagonista di La vita segreta di una teenager americana, che in questo film abbandona il personaggio della quindicenne ingenua per ricoprire un ruolo che, a primo impatto sembra essere quello della classica adolescente viziata e borderline, per poi dimostrarsi invece più matura e coraggiosa del padre.
George Clooney si rivela un attore impeccabile anche nelle vesti del genitore goffo e impacciato. Lascia da parte il suo sex appeal per interpretare un uomo usuale, caratteristica questa che ritroviamo anche nei precedenti personaggi tratteggiati dal regista: lo straordinario Jack Nicholson di A proposito di Schmidt e l’indimenticabile Paul Giamatti di Sideways-In viaggio con Jack .
In Paradiso amaro Alexandre Payne svela i meccanismi radicati all’interno della famiglia, che assegnano a ciascun membro un ruolo ben preciso.
Il messaggio principale è dato dalla metafora secondo la quale la famiglia è come un arcipelago: ciascun membro è rappresentato da un’isola che, pur essendo staccata da tutte le altre, ne fa parte integrante portando come arricchimento dell’insieme la propria storia e le sue peculiarità.