Quando la festa di Matrimonio è una catastrofe
Nella vita bisogna essere pronti a tutto anche ad affrontare un’indimenticabile quanto improbabile festa di matrimonio. Questo è l’assurdo e divertente universo che raffigura il regista Stephan Elliot in Tre uomini e una percora, passato al Festival Internazionale del Film di Roma lo scorso ottobre.
È la “collisione di due mondi” a essere messa in scena, la diversità sociale che separa i due promessi sposi David (Xavier Samuel) e Mia (Laura Brent). Al ritorno da una vacanza su un’isola paradisiaca, il giovane David, orfano da anni, annuncia ai suoi tre folli amici combina guai l’imminente matrimonio con Mia. La decisione sarà vissuta dai coinquilini come un tradimento. Lei, australiana, lui, british convoleranno a nozze nel cuore delle suggestive Blue Mountains, dove si rivedranno solo alla vigilia del fatidico “sì”. E testimoni dello sposo in terra aborigena saranno naturalmente i tre inseparabili amici: Tom, Graham e Luke.
Dopo Un matrimonio all’inglese, Elliot ritorna in terra natia per firmare una commedia degli equivoci tutta corale dove si scontrano il perbenismo dell’upper class australiana e il modus vivendi dei tre maldestri ragazzi londinesi che affrontano l’imprevisto matrimonio del loro migliore amico con quel pizzico di pazzia e trasgressione che gli appartiene.
Ironia, gag, musica e balli, tragedia, comicità demenziale sono gli ingredienti che confezionano un prodotto godibile, dove tutto scorre a un ritmo serrato che tiene lo spettatore sul filo del rasoio. A Few Best Men inspiegabilmente tradotto in Tre uomini e una pecora, facendo il verso all’ormai abusato filone dei “Tre uomini e …” è un susseguirsi di situazioni grottesche, guai a non finire, dialoghi che intrecciano battute esilaranti e spesso sboccate condite da tante, inevitabili risate. Non ci sono problemi irrisolvibili per i tre “idioti”, amici fraterni dello sposo, e così diventa semplice anche procurarsi della droga nella foresta australiana oppure resuscitare la capra Ramsey in shock cardiaco. Certo, niente di nuovo all’orizzonte se non la solita tiritera sull’immaturità dei trentenni e la loro difficoltà a crescere.
Che la forza di questa wedding comedy stia proprio nella genuinità della risata che sa provocare con quella punta di cinismo che non guasta mai? O nella riconoscibile cifra stilistica di Elliot? Ci si diverte senza accorgersene. Brillante l’interpretazione di Olivia Newton-John che torna sul set dopo tanti anni di assenza nel ruolo di un’impetuosa e irriverente madre della sposa.