Una storia irrisolta
Un messaggio d’addio registrato su una fotocamera. In questo modo Belén (Clara Lago) decide di lasciare Adrián (Quim Gutiérrez), direttore d’orchestra della Filarmonica di Bogotá.
Scioccato da tale abbandono trova rifugio nell’affetto per Fabiana (Martina García), giovane cameriera, che presto si trasferisce nella villa del musicista. Ma la casa nasconde un inquietante segreto…rumori e strani presentimenti che insinueranno il sospetto nella protagonista che nel corso del film arriverà a scoprire una scomoda realtà.
Un’opera avvincente che si basa sulla triangolazione di rapporti. Da una parte l’amore coinvolgente tra Adrián e Belén, riproposto in un flashback che spezza la storia a metà e la ripercorre dal punto di vista di quest’ultima per poi ricongiungersi all’intreccio iniziale fino a risolversi nell’epilogo; dall’altra la passione che lega Adrián a Fabiana. Se nel primo caso la relazione è minata dall’ eccessiva sfiducia di Belén (che pagherà a caro prezzo il suo sospetto), nel secondo la fiducia di Fabiana è talmente forte che verrà meno solo di fronte all’amara evidenza che le permetterà di sciogliere il nodo gordiano.
Andrés Baiz al suo secondo lungometraggio dopo Satanás (che rappresentò la Colombia nella corsa all’Oscar come Miglior Film Straniero nel 2008) realizza un thriller che fa della suspense la sua chiave comunicativa principale. La tensione gioca un ruolo fondamentale soprattutto nella prima parte del racconto per poi disgregarsi nella seconda, dove verranno svelati gli intrighi attorno ai quali i personaggi hanno sviluppato le loro ansie e paure.
La verità nascosta ci pone su due piani dialettici, quello del sapere e del non-sapere, dove il passato ci rivela il presente e tutto ciò che prima non aveva logica acquista un senso. Una trama che lascia non pochi punti interrogativi su un finale che presagisce una nuova storia di suspense. Peccato per il trailer che purtroppo rivela una parte fondamentale su cui si regge l’intera costruzione del film.