Salassi
Un euro ogni dieci minuti. I titoli di coda di Succhiami partono a sorpresa dopo 75 minuti netti di proiezione. E che proiezione. Più che un problema meramente economico, una questione di morale nei confronti di chi guarda.
Come si può scientemente sfottere a tal guisa lo spettatore pagante? Come è possibile che trovino distribuzione prodotti di cotanta esibita sciatteria filmica, narrativa e comica? Involuzione del cinema demenziale anni ’80, il filone dei film-caricatura contemporanei è la ovvia e netta dimostrazione di come far ridere non sia affatto uno scherzo e di come per maneggiare le bombe della satira e del nonsense occorra serietà e professionalità. Attuando un delirante livellamento culturale verso il basso parente prossimo del lavaggio del cervello, i vari 3ciento, Disaster Movie e Mordimi da anni spacciano per divertimento e goliardia imbarazzanti sequele di gag posticce ripetutamente improntate alla scatologia e ad una sessualità di bassissima lega. Da questo punto di vista Succhiami mette a segno suo malgrado più colpi di quanti meriterebbe, nell’intento di parodiare Twilight. Ciò che nella saga “originale” viene programmaticamente castrato e soffocato – la repressione carnale di Edward e Bella, l’approdo all’erotismo come peccato e vergogna per cui essere puniti – nell’operina girata da Craig Moss non conosce freni: la fellatio della nonna di Bella a Edward; il debole di Jacob il licantropo per i concorsi di bellezza canini; l’impotenza di Edward, nella sua prima notte amorosa con la neo-sposa. Ma è facile prendersi gioco di una serie di film che ha sempre ammiccato ai suoi eccessi e che già di per sé è piena di umorismo involontario. La verità è che Succhiami, al pari dei suoi predecessori e dei suoi probabili successori, non vede ad un palmo dal suo naso. Con nella testa i campioni del genere, quei Monty Python e Blues Brothers che mettevano a soqquadro il mondo dello show business secondo una logica che deragliava dal luogo comune e dal politicamente corretto, ad ogni nuovo sboccato episodio parodiante una piccola parte di noi spera sempre che qualcosa sia cambiato. Invece è tutto immobile, fossilizzato: i peti a conclusione di buona parte delle scene (se il titolo originale di Succhiami è Breaking Wind del resto ci sarà un perché), il citazionismo spinto senza funzione narrativa, i finti outtakes per stiracchiare la proiezione. La comicità ha senso quando lascia il dubbio che ci possa essere tra le righe qualche spunto di riflessione. Qua di riflessione non ve n’è che una, avvilente: siamo stati di nuovo fregati.
Succhiami [Breaking Wind, USA 2011] REGIA Craig Moss.
CAST Heather Ann Davis, Eric Callero, Frank Pacheco, Danny Trejo, John Stevenson.
SCENEGGIATURA Craig Moss. FOTOGRAFIA Rudy Harbon. MUSICHE Todd Haberman.
Comico/Commedia, durata 82 minuti.