Quando il format supera se stesso
La cavalcata trionfale di X Factor – giunto in Italia alla sua quinta edizione – è culminata nella serata finale del 5 gennaio, vista da oltre un milione di telespettatori.
Non è cosa da poco, considerando che il totale degli abbonati Sky si aggira sui 5 milioni e che quindi sulla tv generalista quel bacino di utenza corrisponderebbe all’incirca a 12 milioni di seguaci… numeri che solo Fiorello oggi come oggi può permettersi. Oltre l’auditel però è affiorato un fenomeno mediatico che ha saputo tracimare i confini del piccolo schermo colonizzando altri mezzi di comunicazione (Facebook, Twitter). Lontano anni luce dagli Amici di Maria De Filippi, di X Factor si dice addirittura che sia il naturale sostituto di Sanremo. Il passaggio alla pay tv ha snellito un evento musicale che sulla Rai pareva bollito, rendendo ancora più stridente il contrasto col pachidermico Festival dei fiori. Piaccia o meno, X Factor è dove la televisione sta andando, verso una professionalità sensibile ai cambiamenti socio-culturali, verso un modo di fare intrattenimento che cerca felicemente – e furbescamente – la complicità di uno spettatore attivo e attento. Il carisma e la competenza della giuria (il genio e la sregolatezza di Elio e Morgan basterebbero da soli a tenere in piedi lo show) e le tempistiche rispettate al millesimo (con Alessandro Cattelan conduttore/filo conduttore di rara pulizia e precisione) fanno di X Factor un prodotto dall’innegabile fascino. Un congegno oliatissimo che merita di essere preso in considerazione e analizzato, elogiato e ovviamente criticato. Renato Zero un paio di anni fa bollò i talent show come “trasmissioni che spettacolarizzano il disagio di ragazzi che si sentono braccati, e diventano aggressivi fra loro come gladiatori”. Senza la gavetta, la sovraesposizione alla luce dei riflettori è destinata a bruciare le ali degli “artisti” in gioco. Innegabilmente condivisibile. Ma mai come quest’anno il percorso compiuto sembra aver scavalcato la semplice impostazione del programma atto alla creazione di una pop(ular) star. Francesca Michielin ha sbancato X Factor 5 proprio in quanto agli antipodi del pop, gettando in campo la naturalezza non artefatta dei suoi 16 anni e l’ampia conoscenza di modelli alti quali Led Zeppelin, Pink Floyd e Leonard Cohen. Tra la favola a lieto fine e il disastro annunciato c’è la personalità di un personaggio imprevedibile e imprevisto, con la sua saggia incoscienza: “Se valgo un carciofo sarò il miglior carciofo che posso dare”. C’è vita oltre i confini – prestabiliti, preconfezionati, precotti – del format? Francesca e X Factor sembrano legati a doppio filo anche ora che è finito lo spettacolo: se Francesca riuscirà a restare fedele a se stessa e a confermare la propria credibilità di conseguenza sarà sancita e consacrata anche la credibilità di questo nuovo modo di fare e intendere la (musica in) tv.
X Factor [Italia 2008-in corso] IDEATORE Simon Cowell.
PRESENTATORE Alessandro Cattelan. CON Morgan, Arisa, Elio, Simona Ventura.
RETE Sky Uno, Cielo (in replica), Sky 3D.
Talent Show, durata 180 minuti (puntata), edizione 5.