Le strisce di Stuart Hample
Pubblicato da ISBN edizioni, La vita secondo Woody Allen propone un’esaustiva selezione di Inside Woody Allen, le strips del fumettista Stuart Hample ispirate e dedicate al comico newyorkese.
Pubblicata su una serie di giornali in tutto il territorio statunitense, e in Italia apparsa sulle pagine della rivista Linus, la versione fumettistica di Woody Allen fece la sua prima apparizione nel 1976, e venne quotidianamente disegnata fino al 1984.
La vita del fumetto coincide quindi con il momento forse di maggiore successo del regista, nonché quello in cui la poetica e il “personaggio Allen” si sono espressi meglio dando alcuni dei frutti migliori e più di culto. Nell’introduzione al volume Hample racconta il primo incontro avvenuto a fine anni cinquanta con il giovane Woody e come nacque quindici anni dopo l’idea di dedicargli una striscia; racconta, non senza divertenti aneddoti, come fosse stato lo stesso Allen ad appoggiare l’idea e a garantire il primo stock di possibili battute, chiedendo anche che il personaggio animato comparisse in Annie Hall allora in produzione.
Viene spiegata inoltre la continua tensione a cui la realizzazione del fumetto era sottoposta: da una parte le esigenze della casa editrice, mirate ad una semplificazione tematica che evitasse riferimenti a temi come la morte o Dio e che accontentasse un pubblico più vasto possibile, dall’altra le richieste di Allen che invece voleva un personaggio a tutto tondo e un umorismo di qualità ricco di sottotesti. Questa tensione è stata probabilmente un vantaggio per il fumetto, che evita così di essere un semplice calco dei film di Allen senza però allontanarsi dalla poetica di riferimento, costituendone anzi una sorta di summa antologica; allo stesso modo, inside Woody Allen riesce ad essere una striscia originale senza staccarsi troppo dalla tradizione delle strips autoconclusive.
Protagonista è Woody Allen visto nella quotidianità e nel privato, dove si ritrovano ossessioni, tematiche e nevrosi presenti nei suoi film, sottolineando e accentuando quindi quel rapporto tra autobiografia e finzione che è una delle caratteristiche fondamentali del cinema dell’autore newyorkese. Il rapporto, pur senza precisi riferimenti a singoli film e singole scene, con il mondo alleniano è quindi costante, e la striscia diventa quasi una sorta di “bigino” su carta della poetica di Woody. Stilisticamente, il personaggio è ispirato al giovane Woody Allen dei primi anni sessanta e il tratto del protagonista, piccolo , magro, occhialuto, comunica impotenza fisica e insicurezza.
La striscia fonda la sua originalità su una serie di efficaci comprimari ricorrenti che a volte fungono da “alzatori” per la battuta detta dal protagonista, altre volte da “schiacciatori” (per esempio, la riuscita analista Ilda Fobick). È però soprattutto la qualità delle battute, che molto spesso non avrebbero sfigurato nelle sceneggiature dei film, il punto di forza, grazie al loro umorismo di alto livello, raffinato, pungente e sagace, e che rendono Inside Woody Allen divertente e meritevole non solo per ragioni “metacinematografiche/fumettare”.