E’ andata male. Recessione anche in sala. Il Natale al cinema ha denunciato una notevole flessione: si parla di percentuali a due cifre. Ovviamente la responsabilità va equamente divisa tra crisi economica (una manovra durissima alle porte delle festività non poteva che deprimere i consumi, nessuno escluso) e scelte della distribuzione.
Queste ultime sono semplicemente incredibili. A parte l’obsolescenza dei cinepanettoni, che ha irritato e allontanato il pubblico, ci si chiede a quale scopo si prendano in giro gli spettatori facendo uscire alla vigilia di Natale opere di registi stracotti come Annaud (Il principe del deserto), pellicole da programmazione pomeridiana di Canale 5 (Capodanno a New York) o prodotti al terzo capitolo di saghe mai amate dal pubblico italiano (Arthur e i Minimei). Stiamo scherzando? Davvero questi signori credono che siano tutti così lobotomizzati da accorrere tutti in famiglia a godersi Banderas sul cammello o qualche pupazzo solo perché è targato “infanzia”? La storia che a Natale la gente pur di andare al cinema è pronta a digerire qualsiasi immondizia è finita, per fortuna. I consumi sono cambiati, le tecnologie ci hanno trasformato, la narrazione hollywoodiana è in metamorfosi (dopo che le serie Tv hanno sferrato colpi violentissimi al grande schermo), la consapevolezza degli spettatori sta innalzandosi grazie al web e ai social network. Dunque, e per favore, basta! Speriamo che le festività 2012 ci offrano un cinema – e un’Italia – diversi.