La vergogna della presunzione
In una recente intervista i fratelli Vanzina lamentavano il fatto di come ormai negli ultimi anni il cinepanettone fosse diventato un prodotto capace di proporre sempre il solito canovaccio nonché reo di un’eccessiva volgarità.
Proprio per questo motivo i due si sono sentiti in obbligo di scendere in campo nuovamente per scrivere la sceneggiatura dell’ultimo episodio, così da ridare lustro ad una serie che, secondo loro, era in caduta libera in quanto a stile. Tralasciando il fatto che il cinepanettone, fin dagli esordi, non ha mai mostrato un’originalità e classe tali da portare ad esternazioni di questo tipo, quello che ci viene presentato in quest’ultimo episodio sembra non essere né più né meno di quello a cui la serie ci ha abituato. Se la volgarità non è di certo diminuita, il plot si mostra essere sulla falsariga degli altri come dimostrano i vari episodi raccontati: giochi di corna tra due coniugi, un dipendente meridionale che manda su tutte le furie il proprio datore di lavoro, rigorosamente leghista, e per ultimo la rivalità e le ripicche nate tra due sorelle dopo la vincita al “gioco dei pacchi” da parte del marito di una di queste.
Se si soprassiede alla desueta mancanza di tempi comici sia attoriali che di regia e alla pochezza delle gag, ciò che irrita di più di Vacanze di Natale a Cortina è la volontà di ergersi a specchio della società italiana contemporanea, come se i precedenti episodi non fossero già stati, involontariamente, la perfetta rappresentazione dell’Italia berlusconiana.
Non basta mettere in scena un donnaiolo vecchio e stanco e chiamarlo “papi” per diventare automaticamente specchio della realtà del nostro Paese, soprattutto dopo che quest’ultimo si trova sull’orlo del fallimento economico e nonostante ciò si decide, imperterriti come ogni anno, di sceneggiare le vicende in ambienti borghesissimi ed extra lusso come se niente fosse. Un’incoerenza interna difficile da giustificare che supera di gran lunga tutti gli altri difetti della pellicola, e che raggiunge il suo apice nell’episodio delle due sorelle: infatti la rivalsa che la coppia rimasta povera ottiene nei confronti dei parenti arricchiti è quella di esser coinvolta dai vari “vip” sparsi per Cortina mostrando così la peggiore delle contraddizioni. Infatti se il film ha come intenzioni di mostrare le brutture della società italiana, prendendo chiaramente di mira le nefandezze compiute dal nostro ex premier, non è possibile che l’unica rivincita che i due personaggi “popolani” ottengono è legata solamente all’incontro di celebrità che la trash TV (vero cuore della cultura berlusconiana) idolatra.
Vacanze di Natale a Cortina presenta i difetti tipici degli altri episodi, ma sarebbe anche accettabile se fossero solo quelli visto che ormai nessuno si aspetta niente di più, ciò che veramente irrita del film è la presunzione che mostra nell’ergersi a rappresentazione dei nostri tempi, senza rendersi conto, però, di diventare l’esponente d’eccellenza di quella cultura che in realtà vorrebbe deridere; la pellicola esibisce una volta in più, e in maniera ancor più grave, il suo essere parte integrante di quella spirale buia che sembra aver inghiottito il nostro Paese ormai da troppo tempo.