Ci siamo. Comincia il Natale, e con le feste arriva una messe di film indesiderabili. Non tutti, fortunatamente. E noi di Mediacritica cercheremo di turnare i film della settimana ogni lunedì per arrivare vivi al weekend della Befana, in cui qualcosa – Eastwood per esempio – si muoverà.
Intanto – detto che non è comprensibile il motivo per cui i distributori hanno gettato al vento un ponte come quello 8-11 dicembre senza pellicole forti in sala – guardiamo cosa succede Oltralpe, così, tanto per farci un po’ del male. Traggo da www.cineblog.it:
“Un fenomeno inarrestabile, per un box office francese sempre più ricco e stupefacente. Intouchables ha infatti abbattuto il muro dei 100 milioni di dollari casalinghi. Sono 102,628,452, per la precisione, i dollari raccolti dalla pellicola, riuscita nell’ultimo fine settimana a battere persino un colosso animato come Il Gatto con gli Stivali. In sala da poco più di un mese, Intouchables punta con forza ai 158,261,059 dollari incassati da Avatar, con gli storici 193,764,365 dollari di Giù al Nord apparentemente inarrivabili. Per il box office transalpino si tratta comunque di un’annata straordinaria. Perché il ritorno di Dany Boon con Niente da Nascondere ha fruttato ben 74 milioni di dollari, senza dimenticare i 67 raccolti dall’ultimo Harry Potter, i 50 dell’ultimo Pirati dei Caraibi e soprattutto i 52 di Tintin. 5 titoli appena, per 346 milioni di dollari incassati, ovvero circa 260 milioni di euro. Quanto hanno complessivamente incassato in Italia i 5 primi film della classifica Cinetel 2011? 145 milioni di euro…”.
Le righe finali devono destare per l’ennesima volta motivo di riflessione. La spiegazione che la Francia è cinefila non basta. In quella nazione, sciovinista fin che si vuole, si è riusciti a insegnare la cultura cinematografica nelle scuole, a proteggere il cinema d’autore nazionale, a costringere gli operatori delle piattaforme pay a destinare parte degli introiti all’industria del cinema, e così via. Senza dimenticare che non esiste (giustamente) nemmeno pubblicità sulla tv di Stato, sostenuta a sua volta da complesse tassazioni verso i competitor privati.
Quindi non si tratta di esprit o di un DNA nazionale per cui dobbiamo solamente allargare le braccia, bensì di una strategia di lungo respiro, che nemmeno Sarkozy ha schiantato. Speriamo che un po’ di saggezza parigina spiri dalle nostre parti in futuro….