La differenza c’è, e si vede
Nonostante la lingua italiana sia ricca e variegata in quanto a vocaboli, capita a volte di ritrovarsi sprovvisti della parola adatta per descrivere la situazione sotto esame: per non fare brutta figura si ricorre al termine passe par tout, l’aggettivo “carino”.
Talmente neutro da poter essere abbinato a qualsiasi altra parola, questo comodo jolly permette all’interlocutore indeciso di esprimersi senza per forza dare un giudizio positivo o negativo, potendo rimanere nel limbo tra i due. Il film Il giorno in più è carino. Una classica commedia romantica dove gli alti e bassi dell’amore si alternano a qualche siparietto comico, un po’ di tristezza, tanti personaggi di contorno, una folle rincorsa e quattro giorni di fidanzamento necessari a scoprire che l’uno non può vivere senza l’altra. La dolce favola è tratta dall’omonimo romanzo di Fabio Volo: lo spettatore cerca fiducioso il libro, ma ciò che ritrova sono i nomi dei personaggi e l’ambientazione nelle due città co-protagoniste, Milano e New York. È normale, per motivi pratici e funzionali alla narrazione, eliminare dettagli ed elementi irrealizzabili, o semplicemente superflui; ma da questo a riscrivere completamente tutta l’atmosfera che si poteva percepire nelle pagine, bisogna avere una fiducia incrollabile nella nuova idea. Il romanzo si legge con piacere, riesce a strapparci delle sane risate grazie alla genuinità del protagonista, offerto senza censure al lettore. Il film non annoia ma nemmeno emoziona più di tanto. Nella parte ambientata in Italia si calca troppo sugli stereotipi, dal protagonista malato di sesso, molto stronzo perché troppo solo, all’amica separata e scoraggiata, passando per vicini di casa, madri arzille e colleghi esauriti. In America tutto è riassunto nel tempo di una canzone, ci si concede un breve viaggio in macchina, stile Harry ti presento Sally, fino a cadere nell’esagerazione con il mitico viaggio di una lettera di scuse. Della storia di base, più intima e semplice di tante altre, rimane una commedia anonima, né spassosa né appassionante, abbastanza piacevole ma piuttosto insipida. Precisamente carina.