Piedi (un po’ meno) felici
Fusa e confusa nella singolar tenzone tra DreamWorks e Pixar per la supremazia nel mercato dei cartoni animati, nel 2006 la Warner Bros. sfornò un inaspettato capolavoro. Si chiamava Happy Feet, ed era un compendio dell’evoluzione grafica degli ultimi dieci anni, unito alla volontà di rimescolare e riprogrammare i connotati del genere “cartoon”.
Tra rivoluzione e contaminazione, il risultato fu un mix memorabile di animazione digitale, verosimiglianza documentaristica e continue esplosioni musicali. Happy Feet è un gioiello, una festa per gli occhi. Eppure – nonostante l’Oscar 2007 – in pochi ne hanno memoria, probabilmente proprio perché incastrato tra un Nemo, un Madagascar e un Ratatouille. La seconda avventura sui pinguini ballerini ricalca l’opera di partenza, riproponendone in copia carbone il messaggio anti-conformista sulla necessità di trovare la propria unicità nella diversità. Dal pinguino Mambo che non sa cantare e viene cacciato dalla comunità per la sua curiosa passione per il tip tap si passa a Erik, figlio di Mambo incapace (proprio lui!) di danzare come il padre. Stesso ostracismo e stesse terribili avversità naturali da affrontare, in questo sequel incentrate sullo scioglimento dei ghiacci. Tra vertiginose impennate di ritmo e drammatiche pause “liriche” la regia di George Miller non ricerca una vera continuity, quanto piuttosto il consolidamento pedissequo di un modello già visto. Il fine ultimo di Happy Feet 2 è la ripetizione del medesimo pattern estetico e contenutistico. Con tutti i rischi che ne conseguono: dalle canzoni un tempo parte integrante dello script e ora sequela di scene danzanti senza costrutto ad uno svolgimento che procede per accumulazione, sfilacciando una consecutio narrativa via via sempre più didascalica. A salvarci dalla totale saturazione e dallo sfinimento ci sono i personaggi secondari, su tutti la pulcinella di mare Sven (che si finge un pinguino volante per poter essere accettato dal branco) e Will & Bill, due irresistibili esemplari di krill che tentano di scalare la catena alimentare (“un piccolo passo per un krill, un grande passo per l’evoluzione degli invertebrati senza spina dorsale”). Ma per quanto l’innesto dei nuovi comprimari possa dirsi riuscito, a venir meno è il senso “originale” del capostipite. Quello che in principio era un coraggioso inno anti-omologazione, a distanza di poco più di un lustro si è esso stesso omologato. Un po’ lo stesso “sfruttamento intensivo” toccato a Shrek: avrebbe potuto diventare un classico, se solo non se ne fosse reiterata così programmaticamente la saga.
Happy Feet 2 [Happy Feet Two, Australia 2011] REGIA George Miller.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Elijah Wood, Robin Williams, P!nk, Hank Azaria, Hugo Weaving, Brad Pitt, Matt Damon.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI) Beppe Fiorello, Pierfrancesco Favino, Reuven Halevi, Massimo Lopez, Rodolfo Bianchi, Linus, Nicola Savino.
SCENEGGIATURA George Miller, Gary Eck, Warren Coleman, Paul Livingston. FOTOGRAFIA David Dulac, David Peers. MUSICHE John Powell.
Animazione, durata 100 minuti.