Lassù qualcuno ci guarda
Se lo scopo di Immortals è affascinare lo spettatore, catturando la sua attenzione, il risultato è buono: scenografie monumentali per lasciar spaziare lo sguardo, una giusta dose di sangue, nonché il fisico degli attori, tutti giovani, belli e perfetti (caso a parte un Mickey Rourke spietato, vecchio sadico assetato di potere).
Se invece si cercano i riferimenti alla mitologia greca dalla quale vengono tratti personaggi e ambientazioni, quello che si raccoglie è una mera rielaborazione adattata ai fini dello spettacolo. Fortunatamente non siamo ai livelli di Scontro tra Titani, remake di una pellicola del 1981, nel quale si crede di aver a che fare con la mitologia solo perché ci si è scatenati nel tirare in ballo quanti più riferimenti, tra personaggi, creature e situazioni, mischiati insieme senza cura. Non siamo nemmeno vicini al piatto Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, dove si ridimensiona la tradizione per inserirla nel quotidiano, tra un giovane Mercurio con le Converse alate e Hollywood come porta per il regno dei morti. Prima di tutto cambia il protagonista: dalle due varianti di Perseo, che danno una versione diversa sulla paternità del semidio, si passa a Teseo, qui visto come un bastardo emarginato col compito di salvare l’umanità. Invece dei mostri in rapida successione della versione adulta di Perseo, in questo caso l’eroe deve affrontare esseri senza pietà ma fatti di sangue e carne come lui: come conseguenza la presenza ossessiva di ogni tonalità di rosso, sia esso sangue, stoffa o fiamma. Si vuol esagerare nella battaglia finale (siamo americani!) mettendo in scena contemporaneamente tre lotte: la carneficina tra anonimi soldati, il duello tra l’eroe e l’antagonista, lo scontro tra dei e titani. Quest’ultimo conflitto si differenzia stilisticamente per l’uso insistito del ralenty: espediente per distinguere il divino dall’umano o un discreto omaggio a 300 e ai suoi produttori? Comunque sia è evidente che la cultura religiosa degli antichi greci necessita una rielaborazione per poter approdare al cinema, forse perché considerata poco avvincente o troppo semplice. Sarebbe bene rispolverarla: tra incesti, scontri e mostri da superare, noiosa non è di certo il miglior aggettivo per descriverla.