Sky Classics, venerdì 11 novembre 2011, ore 23.20
Dalle note al riso
Più vicino, come il precedente Prendi i soldi e scappa, al film comico puro piuttosto che alla commedia riflessiva degli anni d’oro, Il dittatore dello stato libero di Bananas non si limita a giustapporre gag davvero esilaranti, ma riesce anche ad anticipare alcuni dei temi e degli elementi che caratterizzeranno le opere successive nella filmografia di Allen.
Così, il trasformismo del protagonista, Fielding Mellish, che da maldestro “products tester” diventa, in breve tempo, un chapliniano grande dittatore in una piccola nazione sudamericana, e l’attenzione morbosa dei media per la sua storia si ritroveranno in Zelig. L’ironia sulle nevrosi della vita di coppia costituirà il nucleo delle grandi e mature commedie di Allen, come Io e Annie e Manhattan. Il lettino dello psicanalista, infine, tornerà in numerosi altri film alleniani, così come la presenza di genitori oppressivi, castranti. Quello che colpisce di Bananas, però, ciò che lo distingue, è soprattutto il sapiente ed eterogeneo utilizzo della colonna sonora. La logorrea del personaggio principale, in questo film, spesso lascia spazio a sequenze prive di parole, in cui la musica svolge un ruolo importante nel creare effetti comici, e non solo, di diverso tipo. Per esempio, si ascolti l’accompagnamento pianistico da comica del muto nelle inquadrature girate in metropolitana, che comprendono, tra l’altro, un’apparizione di Sylvester Stallone, nella parte di uno dei teppisti con cui si scontra Mellish. È proprio la musica a creare l’atmosfera onirica nel sogno che Mellish racconta alla psicanalista, in cui si ritrova addirittura crocifisso. Inoltre, sono gli strumenti a fiato a simulare ripetutamente il suono di un peto, mentre ai ribelli di Esposito viene distribuita un’immangiabile sbobba. A volte la musica è in chiaro contrasto con le immagini, come la sequenza in cui al romanticismo delle note si contrappone apertamente la durezza delle parole pronunciate da Nancy, la fidanzata di Mellish. In altri casi, la musica diviene elemento diegetico. L’esempio più interessante è il momento in cui Fielding e lo spettatore scoprono che è un arpista nascosto nella stanza, a produrre le note sognanti ed eteree di apparente provenienza extradiegetica. Bisogna ricordare anche l’operetta Malefica Marietta utilizzata come strumento di tortura dal dittatore Vargas, per farsi rivelare da un prigioniero i dettagli dell’imminente rivoluzione. Surreale invece l’immagine degli anziani orchestrali, privi di strumenti musicali, che fanno finta di suonare, come dei mimi, durante la cena tra Vargas e Mellish. L’uso più sorprendente delle musiche nel film, però, è nella notevole sequenza dell’attentato all’ambasciatore britannico: priva di dialoghi, ricorda per ritmo i grandi musical classici, che Allen omaggerà molti anni dopo nel delizioso Tutti dicono I Love You.
Il dittatore dello stato libero di Bananas [Bananas, USA 1971] REGIA Woody Allen.
CAST Woody Allen, Louise Lasser, Carlos Montalbán, Sylvester Stallone.
SCENEGGIATURA Woody Allen, Mickey Rose. FOTOGRAFIA Andrew M. Costikyan. MUSICHE Marvin Hamlisch.
Commedia, durata 82 minuti.