La Terra vista dal passato
Com’è la Terra vista dallo spazio? Ormai lo sappiamo tutti, grazie ai satelliti che costantemente ci inviano le immagini del nostro pianeta per i più disparati motivi (dalla ricerca alle previsioni meteo fino alle mappe di Google) e con le quali sono stati fatti documentari su documentari, film di fantascienza e molto altro.
Senza accorgercene ci siamo circondati di informazioni provenienti dallo spazio che oramai diamo praticamente per scontante. La magia delle prime immagini giunte sino a noi sembra essere sparita del tutto. Come poter rivivere allora questa emozione? In occasione del cinquantenario del primo viaggio nello spazio compiuto dal cosmonauta Yuri Gagarin il 12 aprile 1961, è stato rilasciato online First Orbit, il documentario del filmmaker britannico Christopher Riley, realizzato in collaborazione con l’astronauta italiano Paolo Nespoli.
Utilizzando sia immagini d’archivio sia immagini appositamente filmate per l’occasione, accompagnate dalle registrazioni audio originali (quella che sentiamo è proprio la voce di Gagarin) e dalle belle musiche di Philip Sheppard, Riley organizza un’opera che col documentario ha poco a che fare. Dopo una breve introduzione fatta di immagini di repertorio il film abbandona l’atmosfera terrestre e comincia la sua emozionante orbita attorno al pianeta blu, con la voce di un ancora incredulo Gagarin a fare da guida, la camera fissa fuori dall’oblò e la Terra che scorre sotto i nostri occhi per una durata pari a quella del viaggio del cosmonauta sovietico.
In un epoca in cui lo Spazio è diventato parte integrante della nostra quotidianità, il film si distacca nettamente da tutto ciò che conosciamo; dopo 50 anni di esplorazioni del cosmo dal cosmo, Riley cerca di restituire uno sguardo vergine sul mondo, ricreando l’entusiasmo di Gagarin e di un potenziale pubblico degli anni 60 che partecipava alla missione seguendola in diretta alla tv (come successe veramente per l’allunaggio del 1969) alla vista di oceani, catene montuose, nubi e temporali dall’eccezionale altezza di 315 km.
Lo sguardo dello spettatore abituato alle immagini dallo spazio si trasforma nello sguardo puro di Gagarin e degli anni Sessanta, quando la frenesia per la corsa alla conquista dello spazio superava la paura del fallimento e la voglia di raggiungere dimensioni (la terza per la precisione) mai viste prima, se non nell’immaginazione di qualche sognatore, guidava la “piccola” capsula Vostok 1.
Quale miglior modo per celebrare questo storico avvenimento?