Nella storia delle discipline artistiche accadono cose strane. Il cinema, più volte dato per morto in termini di istituzione, di forma di spettacolo, di immaginario, prosegue la sua corsa.
È vero che non gode da tempo di periodi di creatività assoluta e internazionale come negli anni Venti, nei secondi anni Quaranta o negli anni Sessanta/Settanta, e tuttavia è vivo. Anzi, non solo è vivo ma sta offrendo spunti di interesse e di entusiasmo francamente inattesi – almeno dal sottoscritto. Pensiamoci bene: di solito si tende a caricare il passato di una forte nostalgia. Chi ha vissuto il cinema degli anni Novanta nei propri vent’anni – sempre il sottoscritto – tende a ricordarsene con passione e gioia, e lo stesso vale per spettatori più giovani di fronte al cinema d’inizio secolo (il nuovo secolo, s’intende) o, per altri, rispetto agli anni Ottanta. Ma davvero il cinema subisce da tempo una curva discendente? Davvero sta sempre peggio? A me non sembra affatto. Difficile giudicare “il” cinema nel suo stato di salute generale, e tuttavia mi è difficile pensare che i film che vediamo oggi siano peggiori di quelli degli anni Ottanta – che anzi mi sembra, al di là di tutte le rivalutazioni di questi anni, un decennio di reazione alla novità e di contenimento delle spinte originali. Né mi pare che opere come Tree of Life, Melancholia, Faust, Una separazione, o – per spingerci più indietro – Bastardi senza gloria, Gomorra, Grizzly Man, Elephant, Collateral, Il petroliere, Vincere, Che ora è laggiù, Una storia vera etc. verranno spazzati via da un altro passato, magari appena meno recente ma più gradito a chi si ripiega sui “bei tempi andati”.
C’è di più: la rapidissima divulgazione della cultura cinematografica attraverso il web (film, sì, ma anche critica, informazioni, idee) sta da alcuni anni moltiplicando la creatività; esiste un cinema internazionale giovane e giovanissimo molto vivace, pieno di idee e speranze, reattivo e complesso, da tutte le parti del mondo. La cinefilia 2.0, che sta ancora maturando, sembra capace di smuovere un panorama che sembrava destinato a un declino inesorabile solo fino a qualche anno fa.
Il cinema d’autore, in particolare, appare un luogo molto stimolante, altrimenti non si spiegherebbe come registi tra loro lontanissimi come Malick, Sokurov, von Trier stiano cercando tutti quanti – proprio ora – di reinventare a modo loro il cinema e il mondo.