Anime in armonia
Il legame che esiste tra due fratelli è un sentimento talmente forte che risulta impossibile cancellare, non importa quanta distanza la vita possa mettere come intralcio, o quali circostanze lottino per farlo appassire.
È questo il messaggio che l’opera prima di Michele Rho vuol trasmettere: due fratelli di età vicina condividono avventure e si sostengono a vicenda durante l’infanzia, per poi esserci sempre l’uno per l’altro anche quando, cresciuti con caratteri opposti, le loro esistenze procedono per strade diverse. Tanto uno è impulsivo e sognatore tanto l’altro è riflessivo e concreto: a legarli la realtà dura di campagna che li fa crescere in fretta, dandogli grandi responsabilità. Tra queste l’addomesticare due cavalli, due compagni che li seguiranno poi nel loro futuro, simbolo tangibile di come la vita li tenga legati reciprocamente a filo doppio. Difficile è anche capire il passaggio repentino dall’adolescenza all’età adulta, metaforizzato da uno specchio, che inizialmente sembra voler sottolineare solo una fantasia del ragazzo che si sogna da adulto, per poi scoprire invece che quegli ipotetici quindici anni sono passati sul serio. È difficile amare sin dalla prima scena questa storia: lo spettatore non si sente coinvolto, non è partecipe della vita dei protagonisti, sia per l’epoca rappresentata che non gli è propria, sia per il fatto che la vicenda narrata sia talmente intima che a fatica riesce a trovare un varco per insinuarsi dentro per vedere e capire cosa succeda. A poco servono i primi piani intensi, quegli occhi sono freddi come il ghiaccio per chi non fa parte del loro mondo. Bisogna seguirli nella crescita con quattro passi di distanza, in disparte aspettare che siano loro a farsi comprendere e amare, proprio come dei cavalli selvaggi, diffidenti e sospettosi, hanno bisogno di pazienza, devono valutare la situazione. Alla fine c’è la sensazione che manchi qualcosa, che la storia si concluda dove potrebbe cominciare: in realtà non smette di continuare così com’è cominciata, senza l’intrusione dell’occhio esterno dello spettatore.